Questo venerdì il Tribunale Penale di Temuco ha condannato a 18 anni di carcere effettivo, al suo grado maggiore, il machi (guaritore, ndt) Celestino Córdova che è stato dichiarato colpevole dell’incendio dove morì la coppia di latifondisti Luchsinger-Mackay, a Vilcún, territorio mapuche.
“Si condanna, a maggioranza dei voti, Celestino Cerafín Córdova Tránsito –già precedentemente individuato– ad una pena di 18 anni di prigione, al massimo grado, e all’inabilitazione assoluta perpetua a incarichi e funzioni pubblici e dei diritti politici, essendo stato considerato autore del delitto di incendio con conseguente morte”, ha dichiarato la sentenza di 120 pagine.
La condanna, che è stata portata a termine sotto uno stretto controllo di polizia, tanto dentro che fuori del recinto giudiziario, ha finito con il rifiutare la richiesta dei querelanti, che chiedevano il carcere perpetuo qualificato (40 anni) e senza diritto ai benefici.
Precedentemente l’avvocata difensora Karina Riquelme ha annunciato che ricorrerà alla nullità del giudizio, giacché il machi Córdova è stato condannato come “collaboratore”, e non in qualità di “autore”.
Mentre nel tribunale avveniva la lettura della sentenza, centinaia di persone manifestavano all’esterno in appoggio dell’autorità mapuche, fatto che è terminato in scontri con gli uomini in divisa.
Lo scorso 20 febbraio, la Giustizia cilena ha creduto alla versione della Procura sulla presunta partecipazione del machi Córdova all’attacco avvenuto all’alba del 4 gennaio 2013 alla tenuta Granja Lumahue, dove persero la vita Werner Luchsinger e sua moglie Vivianne Mackay.
All’uscita dalla lettura della sentenza, il procuratore regionale del Pubblico Ministero e querelante nel caso, Cristian Paredes, ha commentato che bisogna rileggere la sentenza nella sua totalità per intraprendere delle azioni future, nonostante ciò ha stimato che almeno gli anni dati a Córdova “sono adeguati alla gravità del delitto”.
“La pena che è stata imposta è di 18 anni di effettivo compimento; 18 anni senza possibilità di optare per benefici alternativi, pertanto ci sembra che sia una pena che almeno in parte sia adeguata alla gravità del male causato alle vittime. Abbiamo bisogno di rileggere il tenore della sentenza. Oggi è stata letta solo una parte molto sommaria relativa alle circostanze più aggravanti (…) bisogna rileggere l’intero contenuto per poter decidere definitivamente se ricorreremo o no per la nullità”, ha detto il procuratore.
Nel frattempo l’avvocato Carlos Tenorio, che ha rappresentato la famiglia Luchsinger-Mackay nel processo, ha assicurato che il caso è stato “altamente complesso, perché avvalorare un incendio con conseguente morte non è facile. Particolarmente in questa regione”.
Bisogna ricordare che i giudici hanno rifiutato che i fatti fossero catalogati come “terrorismo”, come sostiene il governo.
L’avvocato Pablo Ortega, che ha difeso l’autorità ancestrale mapuche del Lof Lleupeko, ha detto che si sente “tranquillo. Di fatto mi ha comunicato che, per la sua famiglia, per la sua gente, per le comunità, è preparato e di buon animo. Tanto lui, come la sua difesa, sono in attesa che nei ricorsi che saranno interposti al momento giusto, possiamo ottenere la dichiarazione di assoluzione che è ciò che la difesa stima”.
28 febbraio 2014
Radio BioBio
tratto da País Mapuche
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“Machi Celestino Córdova condenado a 18 años de cárcel” pubblicato il 28-02-2014 in País Mapuche, su [http://paismapuche.org/?p=8641] ultimo accesso 04-03-2014. |