Da puttane a lavoratrice non salariate, una conquista dell’organizzazione di base


Jaime Montejo/Brigada Callejera
Foto: Ricardo Trabulsi

Per la prima volta in Messico, il governo è obbligato a riconoscere come lavoratrici, coloro che vendono “sesso commerciale”.

Messico, DF. Un’operazione contro la tratta delle persone, dove le lavoratrici sessuali non furono prese in considerazione, nella quale furono trattate in modo dispotico, ha provocato, nonostante l’incredulità di molta gente e l’opacità della Commissione per i Diritti Umani del Distretto Federale (CDHDF), un precedente giuridico dove per la prima volta in Messico il governo è obbligato a riconoscere come lavoratrici coloro che vendono “sesso commerciale”.

L’accompagnamento e la solidarietà della Brigata di Strada “Elisa Martínez” di Appoggio alla Donna ad un pugno di donne e transessuali (“travestite”), membri e simpatizzanti della Rete Messicana del Lavoro Sessuale, ha segnato la differenza nell’efficacia politica di fronte ad altre esperienze.

L’appoggio decisivo dello studio di avvocati “Terra e Libertà”, presieduto da Bárbara Zamora, che ha continuato fino alla fine con argomentazioni giuridiche pertinenti, ha fatto diventare realtà un sogno prospettato nel 1997, nel primo incontro nazionale delle lavoratrici sessuali di cui si abbia notizia in Messico.

Bisogna segnalare che questa iniziativa non è stata finanziata con risorse della Banca Mondiale, nemmeno dell’ONUSIDA, né della Redtrasex di Elena Reynaga, né di nessun’altra finanziatrice, come sicuramente in questo momento Teresa Ulloa starà insinuando a ciascuna persona con cui si imbatte nel suo cammino.

All’inizio del processo il costo è stato autogestito dalle stesse coinvolte, la metà della prima parte del cammino attraverso i preservativi Encanto de Brigada Callejera e un’altra grande parte di tutto il procedimento è stata cancellata dallo studio legale “Terra e Libertà”. Onore a chi merita onore.

I precedenti

Al grido di “puttane svergognate, salite sul furgone”, una donna poliziotto “incitò” per lo meno una ventina di lavoratrici sessuali, che si trovavano nelle strade di Circunvalación e Corregidora, verso gli uffici del Pubblico Ministero della delegazione 50. “Non servono a nient’altro che a questo”, gridava isterica un’altra donna poliziotto, mentre obbligava altre donne a salire su un altro veicolo dove furono rinchiuse. “Guarda che vergogna, come vai vestita, puttana svergognata”, fu l’insulto con la quale una delle donne poliziotto si rivolse alle altre detenute”.

Tutto uno spettacolo dove “presunte” vittime della Tratta, furono ingiuriate da chi diceva di venire a riscattarle dalle grinfie della prostituzione. E sicuramente, se alcune delle donne arrestate si incuadra in questa ipotesi, preferì quel giorno rimanere in silenzio di fronte alla violenza misogina di cui furono oggetto tutte le lavoratrici sessuali “presentate” davanti al Pubblico Ministero.

Situazioni come la precedente, riportata il 18 maggio 2012 da NotiCalle ad altri mezzi di comunicazione e all’opinione pubblica, si presentano ogni volta che c’è un’operazione di polizia contro la tratta di persone a la Merced, Tlalpan, Buenavista e in non pochi centri notturni di Città del Messico, Puebla, Tlaxcala, Chiapas e di altri stati della repubblica.

-Il disprezzo della dignità delle presunte vittime della tratta, che furono trattate come delinquenti essendo state ammanettate, denudate, obbligate a stare a coccoloni, schedate, multate, fotografate e le loro immagini riprodotte, senza il loro consenso, alla televisione e nei quotidiani in circolazione nello stato; non solo fu promosso dalla massima autorità della presidenza municipale, ma fu avallato e legittimato dall’istituto delle donne di Guadalajara, di Jalisco e del DIF, nell’ambito dell’Operazione Riscatto, effettuata nell’agosto del 2010 per liberare le vittime della prostituzione.

Tutto il potere delle autorità contro le lavoratrici sessuali, che non sono accettate come vittime della Tratta. Disprezzo verso la loro dignità e un messaggio chiaro alla società: Questo è il trattamento che “queste” donne meritano per esercitare la prostituzione e attentare contro la morale e il buon costume, non fa sì che siano vittime del crimine, devono apprendere che non sta bene che si offrano al miglior offerente.

-Il 13 gennaio 2010, la Procura del D.F., effettuò a sorpresa un’operazione contro la tratta di persone con fini di sfruttamento sessuale, eseguendo un ordine di perquisizione, dove furono ugualmente arrestati prosseneti e lavoratrici sessuali facenti parte della cooperativa “Per migliori condizioni di salute”. Ad un anno da detta azione, il saldo fu di tre cooperativiste assassinate sulla strada e un’altra nel penitenziario di Santa Marta Acatitla.

Questo è stato il saldo dei tavoli di lavoro che furono tenuti con il personale della Segreteria di Pubblica Sicurezza del Distretto Federale. Molta gente era interessata a che questi fecondi dialoghi si concludessero, perché si stava abbattendo l’estorsione e un’armoniosa convivenza si stava ottenendo in vari punti di incontro della strada di Tlalpan.

-Va bene che siano perseguiti i protettori e le mezzane e la gente che si dedica alla tratta di persone, ma questo lo stanno utilizzando solo per chiudere le
nostre fonti di lavoro, a la Merced hanno già chiuso 17 hotel, e questa è una strategia per riubicarci, in questo modo ci stanno obbligando a lavorare nelle macchine, ma non ci andremo, ha affermato Patricia, lavoratrice sessuale di la Merced.

Questa l’opinione che la Scuola di Giornalismo “Aquiles Baeza” ha reso pubblica il 17 giugno 2010, che ci mostra alcuni effetti collaterali, risultanti dall’applicazione della legislazione contro la tratta di persone in Messico, che è stata utilizzata a fini perversi di pulizia sociale.

-David Mondragón fu arrestato nel maggio del 2010, dopo che rese possibile che la CDHDF emettesse la Raccomandazione 14/2009, dove sono segnalate per lenocinio e tratta di persone alcune autorità della Cuauhtémoc, della Segreteria per la Sicurezza Pubblica del D.F. e della Segreteria per la Protezione e la Viabilità, tra le quali si trovava quando era titolare della Sicurezza Pubblica il successivo Capo di Governo, Marcelo Ebrard.

Vendetta politica per denunciare questo livello di opacità nella lotta contro la tratta di persone? Tutto sembra indicare che fu così, menzionarono delle lavoratrici sessuali di questa zona della città e non pochi reporter della cronaca nera preferiscono omettere i propri nomi per timore di rappresaglie.

-Una lavoratrice sessuale di la Merced fu arresta venerdì 13 febbraio 2009 a la Merced, dopo aver prestato soccorso alla sua compagna Jessica contro il suo protettore che la picchiava e le chiedeva ogni giorno una quota molto alta, il quale oltre ad essere di San Miguel Tenancingo Tlaxcala, terra di lenoni, “tiene sotto i talloni” altre 5 lavoratrici sessuali nella città di San Pablo.

La solidarietà contro la tratta di persone ha costi molto alti per le lavoratrici sessuali, giacché quelle che decidono di mettere un freno a questi delitti, corrono il rischio di essere vittime di abuso di autorità e di essere accusate di vari delitti, come è avvenuto nel caso menzionato. Nonostante ciò, questa situazione non ha impedito a molte di loro di continuare ad appoggiare le proprie compagne e ad aprire gli occhi di fronte allo sfruttamento materiale e agli abusi di cui sono oggetto.

-“Ci sorprende molto la facilità con cui hanno arrestato le compagne, il delitto di cui sono accusate non è stato provato, ma ci richiama amcor di più l’attenzione che l’AFI non sia così efficiente nello smantellare le bande di lenoni che ci sono nello stato di Tlaxcala, e che operano in altre parti della Repubblica e sono perfettamente identificate”, denunciò il 4 settembre 2007 Jairo Guarneros, membro del Colettivo Femminista Cihuatlahtolli di Orizaba, Veracruz.

False accuse, arresti e intimidazioni, è stata la risposta che le autorità dettero al rifiuto di un gruppo di lavoratrici sessuali di Apizaco, Tlaxcala, che nel 2007 si opponevano all’istallazione di una zona di tolleranza, perché questa avrebbe propiziato e legittimato più sfruttamento e tratta di persone, dichiararono le interessate a vari mezzi di comunicazione.

-Io chiederei al governo del Chiapas di darci l’opportunità di lavorare all’esterno. Va bene che ci sorveglino affinché non abusino di noi. Che ci ascoltino, come madri sole, come madri e padri quali siamo. Siamo qui per i nostri figli. Così siamo andate avanti, grazie a questo lavoro. Vedo molto male che a Tapachula stiano chiudendo per tratta di persone i bar.

A gennaio 2014, un gran numero di chiusure di bar e taverne con l’obiettivo di riscattare 21 mila vittime della Tratta di persone, che in quattro anni Medici del Mondo Francia mai ha trovato. E che in più di 14 anni “Una mano amica nella lotta contro l’Aids”, A.C., non ha potuto individuare.

Il pubblico ministero contro la tratta di persone della Procura capitolina, nel giugno del 2013 ha accreditato questo delitto, nel caso del bar Cadillac, utilizzando indizi periziali come i preservativi, oltre ad altre prove.

E dove è il diritto alla salute consacrato nell’articolo 4° della Costituzione messicana? Perché questo diritto fra poco non conterà più per le lavoratrici sessuali e i loro clienti? Il tema nemmeno ha interessato ai funzionari della CDHDF, che fino ad ora non ci hanno dato nessun tipo di risposta riguardo una denuncia avviata sulla base dell’uso del preservativo per introdurre la responsabilità penale per tratta di persone e lenocinio, e di molte altre querele che dormono il sonno dei giusti.

La tutela

Ancora una volta, anno dopo anno, nel Distretto Federale e nel resto della repubblica sono stati violati i diritti umani delle lavoratrici sessuali, con il pretesto della lotta alla tratta di persone, e nel caso della CDHDF il suo silenzio complice di fronte a tali circostanze ha aumentato la spirale di violenza verso questo settore della classe lavoratrice.

C’era bisogno che qualcuno come gli avvocati Bárbara Zamora e Santos García dello studio Terra e Libertà vincessero un’atto di tutela, quando la giudice Paula María García Villegas ha ordinato alla Segreteria del Lavoro del GDF di emettere le licenze sollecitate dalle e dai querelanti, come non lavoratori salariati.

Con questo riconoscimento dei lavoratrici/tori sessuali come lavoratrici/tori non salariati, riproporremo alla CDHDF la proposta di un Testo dei Diritti Umani delle Lavoratrici Sessuali di Città del Messico.

Per questo facciamo un rispettoso appello affinché la dottoressa Perla Gómez Gallardo, presidente della CDHDF, si unisca a questo processo a beneficio di uno dei settori più colpiti dall’abuso di autorità e dalla discriminazione.

Vediamo ora se direttori, ispettori e una lunga lista di funzionari, la smetteranno di tanta ipocrisia, con la quale si sono adornati l’allora ombudsman capitolino Luis González Placencia e gli altri funzionari pubblici di questa istituzione.

Tutto questo grazie alle pressioni di organizzazioni abolizioniste come la Coalizione contro il Traffico di Donne e Bambine in America Latina e i Caraibi, AC (CATWLAC), che per mancanza di argomenti di discussione, screditano iniziative differenti dalle loro.

Allo stesso modo metteremo in discussione istituti come la Segreteria del Lavoro e  dell’Incremento dei Posti di Lavoro del GDF, la proposta di “Protocollo Facoltativo per differenziare le lavoratrici sessuali e le superstiti della Tratta di vittime di questo delitto”, elaborata nel 2012 nell’ambito dello sviluppo di un progetto finanziato dal Inmujeres federale.

Lotteremo affinché anche il “Programma per i Diritti Umani del Distretto Federale” includa le lavoratrici sessuali salariate, come soggette di fruizione di detti diritti e si finisca con la violenza simbolica che l’amministrazione pubblica, le agenzie di cooperazione e le ONG, hanno fino ad ora imposto.

Infine continueremo a portare avanti la creazione e lo sviluppo di cooperative integrate da lavoratrici/tori sessuali salariati, come dall’anno 2000 stiamo facendo, quando fu costituita “Donne Libere”, SCL, la prima cooperativa di sesso-lavoratrici dell’America Latina e dei Caraibi, costituita con l’obiettivo che quando fossero riconosciuti i diritti di lavoro, fossero preparate ad autogestire il loro proprio lavoro non salariato.

Dette cooperative a suo tempo sono state messe in questione da sindacalisti del cono sud, che di fronte alle ondate abolizioniste, non hanno avuto altro rimedio che portare avanti la creazione di questo tipo di organizzazione.

La Brigata di Strada “Elisa Martínez” di Appoggio alla Donna da più di 20 anni sta promovendo tra le lavoratrici la prevenzione dal HIV/Aids, lottando contro la prostituzione forzata e lo sfruttamento sessuale infantile, così come portando avanti la mobilitazione sociale di fronte alla tratta di persone nel contesto del commercio sessuale, attraverso fumetti, audio e articoli di informazione.

La Brigata fa anche parte della Rete Latinoamericana e dei Caraibi Contro la Tratta di Persone, sezione regionale dell’Alleanza Globale Contro la Tratta delle Donne (The Global Alliance Against Traffic in Women ) REDLAC – GAATW.

Avvenga quel che avvenga. Camminando facciamo domande.

Desinformémonos

17-02-2014

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Jaime Montejo, “De putas a trabajadoras no asalariadas, un logro de la organización de abajo pubblicato il 17-02-2014 in Desinformémonos, su [http://desinformemonos.org/2014/02/de-putas-a-trabajadoras-no-asalariadas-un-logro-de-la-organizacion-de-abajo/] ultimo accesso 26-02-2014.

 

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