Giorgio Trucchi
Centinaia di persone anziane reclamano da tempo il diritto ad avere una pensione ridotta, anche se non hanno raggiunto la quantità minima di contributi alla Previdenza sociale. Un diritto riconosciuto dai sandinisti durante gli anni 80 e cancellato durante l’orgia neoliberista degli anni 90.
Managua, 23 giugno (LINyM)-. Secondo la denuncia di un gruppo di giovani, tra cui alcuni studenti universitari davvero sensibili di fronte alle difficoltà che stanno vivendo centinaia di persone anziane e altri, invece, “oppositori di professione a pagamento”, sempre in prima fila per captare l’attenzione dei mezzi d’informazione, meglio se internazionali, durante la notte tra venerdì 21 e sabato 22 giugno sarebbero stati attaccati da persone che identificano come “membri del partito di governo” e “dei corpi speciali della Polizia in borghese”.
La presunta aggressione, che ha riempito le pagine e i servizi delle agenzie internazionali – particolarmente significativo l’articolo dell’ormai screditato quotidiano spagnolo El País intitolato “Il bullismo di Ortega” -, avrebbe provocato vari feriti, alcuni arresti (all’inizio sui social network già si parlava di ‘giovani scomparsi’), la distruzione delle tende montate da qualche giorno per accompagnare il presidio dei “vecchietti”, come già li chiamano in Nicaragua, di fronte alla sede principale della Previdenza sociale (Inss) e soprattutto, tanto spavento.
Poche le immagini e quasi inesistenti le foto, tanto che il Diario Hoy, figlioccio povero del quotidiano di estrema destra La Prensa, ha pensato bene di pubblicare una foto di una signora anziana colpita alla testa e sanguinante, facendo credere che fosse il risultato dell’attacco dei malviventi. Peccato che ben presto si sia scoperto che si trattava di un fermo-immagine di un video girato in febbraio durante la repressione della polizia colombiana contro la popolazione.
L’arrivo immediato sul posto di alcune organizzazioni dei diritti umani e organizzazioni femministe – anch’esse specializzate nel vedere e denunciare repressione e violenza quando si tratta di qualcosa che ha a che fare con l’odiato governo -, insieme a quello di sigle che nascono e scompaiono da un giorno all’altro e all’uso attento dei social network e delle agenzie internazionali bramose di “informazioni” in tempo di crisi, hanno creato un effetto-bolla che è stato proiettato a livello internazionale, senza che la maggioranza dei cittadini nicaraguensi si rendesse conto di cosa stesse accadendo. L’uso e abuso di parole come ‘dittatura’, ‘repressione’, ‘violenza’, ‘sparizioni’ l’ha fatta poi da padrone, con l’immancabile sostegno dell’alta gerarchia della Chiesa cattolica, sempre pronta a sostenere chi si trova in difficoltà…ovviamente “senza distinzione di colore politico”.
Cerchiamo di capirci. Ci sono quasi 60 mila persone anziane che non sono riuscite a raggiungere – o che l’hanno fatto ma le imprese per cui lavoravano hanno trattenuto dalla busta paga i fondi destinati alla Previdenza sociale senza mai versarli, cosa tipica soprattutto nell’agroindustria – la fatidica soglia delle 750 settimane di contributi, necessarie per ottenere la pensione. Il reclamo per avere una “pensione ridotta” per chi ha versato tra le 250 e le 749 settimane è quindi più che giusta e auspicabile.
La pensione ridotta era stata introdotta durante il governo sandinista degli anni 80, ma era poi stata tolta e definitivamente cancellata durante l’ondata neoliberista dei governi di Violeta Barrios, Arnoldo Alemán e Enrique Bolaños, cioè da buona parte di quei deputati dell’opposizione che oggi “difendono” le persone anziane e inveiscono contro l’insensibilità dell’attuale governo.
Dopo lo scoppio delle prime tensioni tra le persone che protestavano, alcuni giovani “professionisti dell’opposizione a pagamento” e un contingente di poliziotti disarmati che controllava l’ingresso della sede centrale dell’Inss a Managua, il direttore di questa istituzione, Roberto López, ha presentato pubblicamente i dati dell’Inss, sostenendo che accogliere in questo momento la richiesta di circa 60 mila pensioni ridotte significherebbe la bancarotta.
Ha inoltre informato, ma nessuna agenzia internazionale lo ha riportato, sui risultati ottenuti dall’Istituto durante l’amministrazione sandinista: raddoppiato il numero di contribuenti, sanato il bilancio che durante i governi neoliberisti era stato saccheggiato e portato sull’orlo del collasso, aumentato il controllo nelle aziende per garantire il versamento dei contributi, aumentata la copertura medica gratuita in quanto alle specialità e alle medicine. Attraverso i fondi ALBA, poi, si è iniziata da oltre un anno la consegna di una pensione solidale a quasi 8 mila anziani che non hanno raggiunto le 750 settimane.
Mentre sto scrivendo, stanno arrivando le prime convocazioni alla stampa affinché ci si presenti alla messa nella Cattedrale di Managua, trasmessa in diretta dal conservatore Canal 2 – ebbene sì, in Nicaragua ci sono ancora canali di televisione, radio, portali web e giornali di destra o comunque d’opposizione, anche se a loro piace usare la parola “giornalismo indipendente” -, durante la quale l’arcivescovo Leopoldo Brenes, coadiuvato dal sempre più presente e politicizzato vescovo ausiliare Silvio Báez, inviterà le vittime dell’aggressione e darà loro l’opportunità di sparare a zero, in diretta, sul governo e sulla polizia.
Il problema di queste migliaia di persone anziane, molte di loro con seri problemi economici, è reale e si dovrà cercare velocemente una soluzione. In questo senso, qualche passo è già stato fatto con la consegna delle pensioni solidali e di aiuti alimentari. Ciò che non è accettabile è da una parte l’uso della violenza per dirimere qualsiasi tipo di conflitto – tra l’altro al governo non giova proprio esporsi ulteriormente ai fucili perennemente puntati dai settori retrogradi nazionali e internazionali – e dall’altra, il suo uso strumentale da parte di un’opposizione incapace di generare proposte concrete ed alternative a quelle del governo. In questo ultimo caso, molti giovani sensibili e volenterosi sembra stiano avendo difficoltà a discernere quando si tratta di provocazione, manipolazione e gioco al massacro.
Per lunedì 24 giugno, il Fronte nazionale dei lavoratori, Fnt, ha convocato una grande mobilitazione a sostegno della terza età e contro quella che considera una manipolazione della destra nazionale e internazionale per attaccare il governo sandinista. “Vogliono approfittare di una richiesta giusta per attaccare il governo e creare il caos, imitando la Turchia o quanto accaduto nella cosiddetta Primavera araba”, ha detto Gustavo Porras, segretario generale del Fnt.
La speranza è che non avvengano episodi di violenza, né che si cada nella provocazione dei “gruppi d’opposizione a pagamento” e della cosiddetta e non meglio identificata societá civile. Non ne hanno bisogno gli anziani, ne la popolazione in generale, né questo governo, ne le organizzazioni che lo sostengono. In questo momento, qui in Nicaragua come in Venezuela, Ecuador o Bolivia, gli unici che possono trarre beneficio dal caos, la violenza e la morte sono quei settori già sconfitti dalla storia e dalla realtà di un paese, di vari paesi che stanno cambiando.
23-06-2013
Lista Informativa “Nicaragua y más” di Associazione Italia-Nicaragua – www.itanica.org
Giorgio Trucchi, “La giusta protesta per la pensione e la manipolazione mediatica” pubblicato il 23-06-2013 in Lista Informativa “Nicaragua y más”, su [http://www.itanica.org/modules.php?name=News&file=article&sid=1231] ultimo accesso 02-07-2013. |