Lo scontro per il Territorio Indigeno Parco Nazionale Isiboro Sécure (TIPNIS) si sposta nelle principali capitali del paese. Lunedì scorso nelle città di Cochabamba, Sucre, Oruro, Potosí e La Paz si sono registrate veglie e marce di protesta; mentre a Santa Cruz è stato fatto un picchetto per lo sciopero della fame con più di 20 persone e a Trinidad è cominciato lo sciopero cittadino dipartimentale indefinito con blocchi delle strade e dei viali.
Dopo il violento intervento della polizia contro coloro che marciavano per difendere il TIPNIS, autorizzato dal governo di Evo Morales, differenti settori della società boliviana hanno reagito con indignazione di fronte ai fatti.
La stessa notte di domenica venendo a conoscenza dell’incursione poliziesca, un gruppo di cittadini ha fatto una veglia ed un picchetto per lo sciopero della fame in piazza 24 Settembre nella città di Santa Cruz. Durante il passato lunedì rappresentanti dei popoli indigeni, attivisti ed universitari, oltre a membri della Federazione della Stampa cruzegna, hanno occupato le strade della città e chiesto garanzie per coloro che stavano marciando.
Un simile situazione è stata vissuta nella città di Cochabamba e nel municipio di Camiri, al sud di Santa Cruz, dove un gruppo di cittadini a fatto una veglia per richiedere sicurezza per i marciatori e per ripudiare l’azione delle forze repressive del governo nazionale.
Nelle altre città capitali come Sucre, Oruro, Potosí y La Paz, ci sono state marce di protesta. Nella città sede del governo una massiccia manifestazione di persone di differenti settori sociali ha occupato le principali strade ripudiando quanto successo nelle ultime ore nei confronti dei marciatori ed hanno chiesto la rinuncia dei ministri del Governo e della Presidenza, rispettivamente Sacha Llorenti e Carlos Romero.
Nel dipartimento del Beni la reazione dei cittadini è stata più radicale. I dirigenti cittadini hanno dichiarato uno sciopero cittadino con blocchi delle strade e dei viali nella città di Trinidad.
Mentre a San Borja, una turba di cittadini inferociti per la condotta della polizia hanno immediatamente scavato fossi per impedire il passaggio degli autobus che trasportavano i marciatori fermati, cosa che ha obbligato i poliziotti a ritornare a Yucumo e da lì a dirigersi verso Rurrenabaque, dove hanno cercato di imbarcare in un aereo i marciatori per una destinazione sconosciuta; nonostante ciò, l’intervento dei cittadini di questo municipio beniano insieme agli indigeni tacana ha evitato questo ultimo atto.
Da parte loro, cittadini di Riberalta nella mattina di lunedì hanno occupato l’aeroporto del posto, per alcune ore, successivamente la presenza poliziesca li ha dispersi causando un ferito tra i manifestanti.
Per mercoledì, la Centrale Operaia Boliviana (COB) ha confermato uno sciopero nazionale di 24 ore mobilitato per rifiutare i fatti occorsi domenica passata nel ponte San Lorenzo.
Resumen Latinoamericano
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da |
“Paro cívico en Beni; vigilias y marchas en cinco ciudades; huelga en Santa Cruz” traducido para Resumen Latinoamericano por S., pubblicato il 27-09-2011, ultimo accesso 27-09-2011. |