La centralità della partecipazione ai Dialoghi di Pace con l’ELN, un modelo inedito per la Colombia


Alfonso Insuasty Rodríguez

La Società come Protagonista della Pace, questo punto centrale del negoziato risuona nella storia dei dialoghi di Pace con l’ELN, come anche l’agire di un’élite che si oppone rabbiosa alla pace, alle trasformazioni e ad una partecipazione efficace.

Il passato 25 maggio, è stato firmato a Caracas l’Accordo 28, un fatto inedito e storico nella Colombia. (Tavolo di Negoziato ELN – Governo, 2024) Si raggiunge la firma del primo punto dell’Agenda del Messico (Tavolo di negoziato e pace. Governo della Colombia ed ELN, 2023), che costituisce il primo accordo firmato tra le parti in più di 30 anni di dialoghi.

Carlos Ruiz Massieu, rappresentante speciale del segretario generale dell’ONU, che attua come accompagnatore permanente dei dialoghi di pace con l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), ha evidenziato che “questo processo costituisce qualcosa di inedito, un modello proprio e degno da replicare” (Quintero, 2024). Iván Cepeda, senatore e delegato a dinamizzare questo tavolo, ha ribadito e sottolineato che, per la prima volta in più di 30 anni di dialoghi di pace con l’ELN, si giunge ad un accordo sul primo punto dei sei previsti nell’agenda di pace. Ambedue coincidono nel mettere in risalto la centralità della partecipazione, la società in modo attivo e diretto sia quella che opera le trasformazioni necessarie alla pace.

Fin dai suoi inizi, l’ELN ha chiesto la partecipazione attiva della società nella ricerca di soluzioni e nella costruzione della pace. La partecipazione popolare non solo è fondamentale per l’ELN, ma anche per l’implementazione dell’accordo firmato tra lo stato e le FARC (2016) e per promuovere una democrazia radicale e sostenibile che faciliti la pace territoriale in Colombia

Tanto in Colombia come nel mondo, i negoziati sono stati tra attori armati legali e illegali dove la società non ha partecipato. Nei processi più recenti, si è andati avanti nell’aprire spazi disposti ad ascoltare la società, ma senza coinvolgerla direttamente nella costruzione dell’agenda di Pace. In questo caso, si è progredito verso una costruzione dell’agenda di pace come un esercizio proprio della società, cambiando il paradigma delle negoziazioni (Barrera Machado, Borja Bedoya , Fierro Henao, & Insuasty Rodríguez, 2017).

Partecipazione Popolare e Patto Nazionale

La partecipazione popolare è stata una richiesta storica dell’ELN nei suoi negoziati. Questo approccio è stato ricorrente in tutte le discussioni con i differenti governi, l’obiettivo è quello di costruire grandi consensi sociali che promuovano una profonda trasformazione nella società.

La Colombia è un paese segnato da una profonda e violenta esclusione della società nell’esercizio del potere e nella presa di decisioni (Zibechi, e altri, 2021), allo stesso tempo ha fatto i conti con un’élite politica ed economica che ha iperconcentrato il potere politico e il controllo dello stato (Pearce & Velasco Montoya, 2023), per cui è risultato così complesso raggiungere accordi e intese con questo approccio della negoziazione e della Pace.

In Colombia, i Dialoghi di Pace con l’ELN sono stati prolungati e complessi, segnati da numerosi tentativi, indecisioni e frustrazioni.

Tentativi di Negoziazione e sfide

Seguendo Valencia, Vallejo e Insuasty (2024) possiamo affermare che l’ELN e il Governo della Colombia hanno realizzato vari tentativi di negoziazione nella quale si è proposto di includere la partecipazione popolare, etnica, contadina, urbana, nel processo di pace, ma questa posizione ed esigenza si è scontrata con diverse sfide:

– Governo di César Gaviria (1990-1994). Conversazioni tra il 1991 e il 1992, si centrarono su aspetti di procedura senza affrontare i problemi chiave, fatto che terminò con un progresso limitato, si negoziava a Caracas e dopo a Tlaxcala, Messico, con il Coordinamento Guerrigliero Simón Bolívar che riuniva varie guerriglie tra le quali l’ELN. Nel 1994, si tennero alcuni negoziati dai quali provenne la smobilitazione di una fazione dell’ELN, mentre il grosso del gruppo continuò la propria lotta.

– Governo di Ernesto Samper (1994-1998). Si firma l’accordo di Viana (Spagna), prevedeva la creazione di uno spazio per la Convenzione Nazionale che permettesse la partecipazione della società, dopo c’è l’accordo di Puerta del Cielo a Magonza, Germania, lì si crea un comitato operativo per portare avanti la Convenzione Nazionale. I progressi furono troncati da violenti incidenti nell’ambito del conflitto armato tra le parti, tra i quali si annovera l’esplosione dell’oleodotto nel paese di Machuca (O Loingsigh, 2017).

– Governo di Andrés Pastrana (1998-2002). Si avanza e si riprende la proposta di Convenzione Nazionale, a tal fine si concorda una zona di distensione nel Sur de Bolívar, ma le minacce di Carlos Castaño capo paramilitare, l’aumento della presenza delle FARC in detta Zona, sommate alle azioni militari dell’Esercito in coordinamento con i paramilitari rendono complesso il panorama e le negoziazioni vengono sospese (El Espectador, 2022).

– Durante il governo di Álvaro Uribe (2002-2010). In questo periodo furono realizzate riunioni esploratorie a Cuba e in Venezuela con il sostegno dell’allora presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela Hugo Chávez, dello scrittore colombiano Gabriel García Márquez e dei Governi di Spagna, Svizzera e Norvegia. Allo stesso tempo fu resa possibile la creazione di uno spazio d’incontro della società per pensare e dinamizzare la partecipazione della società, la Casa della Pace. Nonostante ciò, queste conversazioni non progredirono in un processo formale di negoziato e non si raggiunsero accordi concreti, ci si mantenne in una fase esploratoria (Valencia Grajales, VAllejo Duque, & Insuasty Rodríguez, 2024).

Un Cambio di Paradigma nei Negoziati

Il più recente tentativo di negoziato è reso possibile durante la presidenza di Juan Manuel Santos, tentativo sospeso durante il Governo di Iván Duque e ripreso nel Governo di Gustavo Petro.

– Governo di Juan Manuel Santos (2010-2018). Nel 2016, fu annunciata ufficialmente l’apertura di negoziati con l’ELN con un’agenda di sei punti, tre dei quali girano intorno all’effettiva partecipazione della società: 1) Partecipazione della società alla costruzione della pace, 2) Democrazia per la pace, 3) Trasformazioni della pace, 4) Vittime, 5) Fine del conflitto, 6) Implementazione di quanto concordato. Si avanzò nella realizzazione di un incontro di settori della società a Tocancipá per pensare una rotta metodologica che realizzasse una dinamica di partecipazione, da lì rimase un documento base.

– Governo di Iván Duque (2018-2022). La continuità del processo fu colpita dalla posizione apertamente contraria alla pace da parte del presidente Duque, di ministri, associazioni e settori di potere. Non rispettare l’accordo firmato tra lo stato della Colombia e le FARC (2016) così come ostacolare qualsiasi tentativo di nuovo negoziato fu la sua costante. Questo atteggiamento trovò un detonatore, l’attacco dell’ELN nel 2019 alla Scuola dei Cadetti Generale Santander mentre si negoziava senza la firma di un cessate il fuoco. Questo fatto portò alla sospensione dei dialoghi, al non riconoscimento degli accordi pattuiti, così come ad una diplomazia aggressiva contro i paesi garanti, una crisi sostenuta durante tutto questo governo (El Espectador, 2022).

– Governo di Gustavo Petro (2022-2026). Si riprendono i negoziati nel novembre del 2022 a Caracas, con previe azioni diplomatiche di riparazione verso i paesi garanti, recuperando fiducia. Così si è andati avanti riprendendo quanto già raggiunto e aggiungendo i successivi giri in Messico e all’Avana.

La grande sfida: La Metodologia

Nel marzo del 2023 si firma il cosiddetto “Accordo del Messico” (Tavolo di negoziato e pace. Governo della Colombia ed ELN, 2023). Questo accordo ratifica l’agenda firmata durante il governo di Juan Manuel Santos (2016) (El Tiempo, 2016) e aggiunge aspetti importanti che includono una visione congiunta della Pace, le cause che danno origine al conflitto armato, stabiliscono criteri base per questo negoziato. Allo stesso tempo, ratifica tre punti iniziali e le linee dell’agenda: la centralità della partecipazione della società nella costruzione della pace, una democrazia per la pace e le trasformazioni della pace (Tavolo di negoziato e pace. Governo della Colombia ed ELN, 2023).

Il 9 giugno 2023 si firma l’Accordo N9, che ha tracciato la rotta di detta metodologia della partecipazione, l’obbiettivo è stato plasmato lì: costruire un’agenda di trasformazioni per la pace, promossa a partire da un’alleanza sociale e politica che porti ad un Grande Accordo Nazionale per il superamento del conflitto politico, sociale, economico e armato. Coerentemente con l’Accordo del Messico (Tavolo di negoziato e pace. Governo della Colombia ed ELN, 2023B).

Furono allora concordate tre fasi della partecipazione: 1) Fase di Disegno, 2) Fase di Diagnosi, 3) Fase della costruzione di un’agenda sulla democrazia e le trasformazioni e fu stabilita una tempistica per raggiungere queste fasi, maggio del 2025.

Per promuovere la fase di disegno, lo stesso Accordo 9 ha stabilito la temporanea creazione di un Comitato Nazionale della Partecipazione (CNP). Tanto il governo come l’ELN hanno stabilito che fosse composto da 81 rappresentanti di 30 organizzazioni sociali, il suo obiettivo, promuovere la partecipazione alla costruzione del disegno, piano di azioni e raccomandazioni per potenziare la partecipazione nella sua fase 2, diagnosi, e 3, di costruzione di un’agenda per le trasformazioni.

Il 3 agosto 2023 il CNP fu installato formalmente, con una massiccia presenza di comunità contadine, etniche, urbane, tra le altre. Partiva la fase uno in mezzo a tensioni e sfiduce (Noriega, 2023).

Nove mesi dopo, sabato 25 maggio (2024), dopo 78 pre-incontri e incontri di ordine nazionale e regionale, con la partecipazione di 8.565 rappresentanti di organizzazioni sociali di 30 settori, così come 3.217 organizzazioni in tutte le regioni del paese, 19 carceri e la diaspora in 14 paesi dell’America Latina, Nordamerica ed Europa, spazi diretti dal CNP (Tavolo dei Negoziati ELN – Governo, 2024), si riesce a consegnare al tavolo del negoziato, il risultato sperato per questa fase 1, che è la base dell’Accordo 28.

L’insieme dei documenti sarà a disposizione della società per la loro consultazione e sono stati la base per l’elaborazione di questo Accordo. Parallelamente avanza un cessate il fuoco che ha compiuto 6 mesi e sarà prorogato per altri 6, un altro risultato importante dato che si tratta per la prima volta nella storia dello scontro armato tra lo stato e l’ELN che si ottiene un cessate il fuoco bilaterale che compirà un anno. (Tavolo dei Negoziati ELN – Governo, 2024).

La firma dell’Accordo 28 tra lo Stato della Colombia e l’ELN costituisce di per sé un fatto storico tanto per i negoziati di pace locali come globali poiché si traduce in un metodo di negoziazione proprio, degno di essere approfondito e da replicare.

Dal NO alla pace al NO alla partecipazione

Le associazioni imprenditoriali, l’associazione degli ufficiali a riposo delle forze militari della Colombia (ACORE) e degli accademici di taglio conservatore, parti del CNP, mediante missive inviate al tavolo, hanno espresso il proprio fastidio verso il risultato della fase uno di questo processo di partecipazione, argomentando che si è andati oltre il limite proponendo temi che vanno al di là di un disegno metodologico, che si è cercato di soppiantare il tavolo di negoziazione, su questa linea, hanno criticato il carattere “vincolante” della partecipazione proposta e il contenuto degli assi trasformatori. Hanno affermato, inoltre, che le loro preoccupazioni, inquietudini e raccomandazioni non sono state prese in considerazione, hanno detto che i documenti di partecipazione presentati non riflettono il sentire né le opinioni di molti membri del CNP. Considerano, inoltre, che il modello di partecipazione abbia un andamento che li porta a mettere in discussione la validità e l’imparzialità del processo.

L’impresario allevatore José Félix Lafaurie membro del tavolo di negoziato da parte del Governo, ha aggiunto la sua voce a queste proteste e si è rifiutato di firmare l’Accordo numero 28, esprimendo la sua preoccupazione facendo riferimento al modello di partecipazione proposto, menzionando che si apriva un “vaso di pandora” nel paese. Ha anche dichiarato che il documento è andato oltre le competenze assegnate al CNP, ha ugualmente messo in dubbio il carattere “vincolante” della partecipazione proposta e il contenuto degli assi trasformatori che propongono un drastico cambiamento dello stato (Rodríguez, 2024). Parallelamente in un evento pubblico l’ex presidente Álvaro Uribe ha fatto un appello all’esercito a sollevarsi contro il Governo di Gustavo Petro, e allo stesso tempo ha segnalato i “Forum Partecipativi” come la base popolare e politica dell’ELN, dimostrazione di altezzosa irresponsabilità (360RadioColombia, 2024).

Questo disaccordo si è focalizzato sul carattere “vincolante” della partecipazione, il contenuto degli assi trasformatori che propongono un drastico cambiamento dello stato come passare da una democrazia rappresentativa ad una diretta e di “potere popolare”, rivedere il modello economico, l’estrattivismo, il danno ambientale di questo modello economico e il danno alle comunità locali, tra gli altri temi (Rodríguez Alvarez, 2022).

Queste lettere sebbene non raccolgano la voce né il sentire del CNP nel suo insieme, sì rappresentano una voce di settori di potere. Allo stesso tempo, è necessario mettere in evidenza che questi settori fanno parte delle reti, alleanze e forze sociali e istituzionali che a suo tempo mossero una ferrea opposizione alla firma dell’accordo di Pace con le FARC, mossero una forte campagna al NO alla pace nel referendum del 2016, si opposero anche alle riforme istituzionali e normative che cercano una maggiore garanzia per i diritti e il rispetto dei valori e dei principi costituzionali.

Questi modi di intendere la Pace, la Partecipazione e le trasformazioni da parte di settori di potere costituiscono una grande sfida nella costruzione di una Pace stabile e duratura.

Sfide e rischi

Riarmo e riposizionamento del paramilitarismo. Avanza nel paese una crescente presenza e auge del paramilitarismo, in molte regioni in aperta connivenza, sia per azione od omissione, con l’Esercito e le autorità locali. Questo sta articolando la crescente violenza nei territori, l’aggravamento delle condizioni umanitarie, lo sfollamento tra le altre, un fenomeno che ben descrive il Sacerdote Gesuita Javier Giraldo in un’intervista a Periferia Prensa (Alianza de Medios, 2024).

I tempi elettorali. La seconda fase della partecipazione coinciderà con un periodo prelettorale verso le elezioni presidenziali, fatto che metterà in tensione e farà pressione sul processo stesso.

Garanzie per la partecipazione. Queste vanno dall’adeguamento della logistica per la partecipazione ai suoi molteplici livelli, fino alle garanzie di sicurezza e tranquillità per esprimere apertamente le proprie idee, opinioni e costruzioni collettive di fronte alle loro scommesse organizzative e rivendicative. L’assassinio di dirigenti sociali racconta le reali difficoltà in questa materia.

Copertura mediatica. I mezzi di comunicazione di massa a malapena comunicano questi importanti progressi, inoltre, questi media sono carenti di profondità e muovono importanti livelli di disinformazione e banalizzazione dell’informazione, questi attori finiscono con l’imporre agende, tendenze, modelli comunicativi contraddittori e carichi di inganni, informazione parziale o diretta disinformazione. Si richiede un ampio e alternativo piano dei media.

Partecipazione di settori organizzati e non organizzati. Questo momento richiede un ampio e plurale meccanismo di partecipazione che renda possibile l’incontro di differenti settori, una partecipazione più ampia nei differenti territori del paese, lo sforzo sarà metodologico, logistico, economico e di articolazione di volontà amministrative locali, territoriali e nazionali, così come una grande sfida pedagogica per avvicinare settori sia organizzati, ma anche quelli non organizzati.

Incidenza reale. Evitare che il processo rimanga inquadrato nelle tradizionali e funzionali forme di partecipazione oggi esistenti, quelle che finiscono con il rimandare i cambiamenti, le trasformazioni, quella che è meramente consultiva, di adorno, deve essere costituita in uno scenario per prendere decisioni pubbliche, conquistare potere popolare, recuperando il valore costituente primario.

Pedagogia e formazione. Articolare processi critici e da un punto di vista latinoamericano, decoloniale, da parte dei settori sociali, popolari, etnici, territoriali, un grande esercizio sociale per definire la partecipazione, la costruzione di agende e l’incidenza di queste sui piani di sviluppo, sui piani di ordinamento territoriale, ecc.

A mo’ di chiusura

Con la firma del primo accordo dell’agenda sulla partecipazione della società al tavolo dei dialoghi con l’ELN, si spera di avanzare nella costruzione di un ampio dialogo sociale che permetta di affrontare i temi centrali del paese e di affrontare le sfide della sicurezza che ha affrontato il processo. Questo accordo tocca temi importanti e delicati, fatto che si aggiunge alle precarie garanzie di sicurezza del processo.

La partecipazione è stata una storica richiesta della società che l’ELN raccoglie, riflettendo la propria focalizzazione nel coinvolgere la società nella costruzione della pace e nella ricerca di soluzioni ai conflitti. Nonostante le sfide e gli alti e bassi nei negoziati, l’impegno a continuare ad andare avanti con il proceso di pace continua ad essere fondamentale per il futuro della Colombia.

La società nella sua fase uno, sottolinea l’importanza di promuovere cambiamenti profondi nella cultura politica colombiana promuovendo una democrazia radicale per raggiungere una pace territoriale sostenibile e duratura.

La sfida non è minore, disporre uno scenario di effettiva partecipazione sarà la chiave per continuare il cammino delle necessarie e profonde trasformazioni che la società e i territori richiedono.

*Docente ricercatore. Master in scienza, tecnologia, società e innovazione. ITM. Membro della Rete Interuniversitaria per la pace REDIPAZ del gruppo autonomo Kavilando. Contatto: Alfonso.insuasty@gmail.com

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30 maggio 2024

Desinformémonos

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Alfonso Insuasty Rodríguez, La centralidad de la participación en los Diálogos de Paz con el ELN: un modelo inédito para Colombia, pubblicato il 30-05-2024 in Desinformémonossu [https://desinformemonos.org/la-centralidad-de-la-participacion-en-los-dialogos-de-paz-con-el-eln-un-modelo-inedito-para-colombia/] ultimo accesso 20-06-2024.

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