Intervista realizzata con media alternativi, al comandante dell’ELN e Capo dei negoziati di Pace, Pablo Beltrán.
Che significa avere un preambolo in un’agenda di negoziato?
Il processo di pace tra il Governo e la nostra guerriglia risponde ad un modello di negoziato che cerca di fare una convocazione per un Accordo Nazionale, costruito su una visione comune di pace che si deve costruire nel processo di partecipazione della società, che deve iniziare immediatamente, dato che corrisponde al primo punto dell’Agenda. Questo processo di mobilitazione politica deve preparare un’Agenda di trasformazioni, supportata da una Alleanza sociale e politica di carattere duraturo, per perseguire tale proposito nazionale in un sforzo di breve, medio e lungo termine. Questa nuova narrativa di pace è stata descritta nel Preambolo dell’Agenda che abbiamo sottoscritto in Messico questo 10 marzo.
I primi tre punti dell’Agenda sono disegno della partecipazione, diagnosi della democrazia e trasformazioni per la pace, cosa si farà lì? Qual è la portata?
La medesima società farà il disegno generale della partecipazione, immediatamente svilupperà una diagnosi dei problemi che affliggono il paese che sono le cause che quotidianamente provocano il conflitto sociale, politico e armato; per concludere, dicendo quali sono le trasformazioni indispensabili per costruire la pace. Si tratta del fatto che la società negozi con lo stato i cambiamenti strutturali che la nazione richiede. Per questo è necessario che questo processo di mobilitazione nazionale per la pace includa tutti i settori sociali e politici, per forgiare una grande forza per i cambiamenti, l’unica capace di creare le condizioni per promuovere una pace integrale e duratura.
La nuova agenda dice: “Il cuore di questo processo è la partecipazione della società…”. Che state chiedendo alla società?
La recente Esplosione Sociale ha evidenziato la crisi di rappresentatività e di partecipazione che soffriamo in Colombia, per questo stiamo convocando la società a prendere nelle proprie mani i destini del paese, soprattutto cerchiamo che si faccia sentire la voce e la forza dei settori storicamente esclusi.
Petro ha detto nel suo discorso di insediamento che gli obiettivi dell’ELN erano già stati raccolti nell’attuale programma di governo, allora, perché continuare ad esistere? Voi cosa gli rispondete?
Con questo Governo, otto mesi dopo l’insediamento, il paese ha visto le distanze che ci sono tra le promesse che ha fatto in campagna elettorale e le realizzazioni che può fare, dato che la crisi fiscale che hanno ereditato è molto grande e, inoltre, gli alleati di destra che Petro si è cercato, gli riducono enormemente la capacità di riforme che sta tentando. Pertanto, i cambiamenti strutturali che chiede la Colombia bisogna continuare a perseguirli e per questo ci sono le forze rivoluzionarie, tra le quali la nostra guerriglia.
Voi che da decenni vivete in territori lontani dai centri urbani, come includete le scommesse culturali e la visione territoriale dei popoli etnici nell’attuale negoziato di pace?
I popoli etnici apportano la propria cosmovisione di cura della Madre Terra e il loro senso comunitario nel prendere le decisioni, elementi indispensabili per tirar fuori il paese dalla profonda crisi in cui lo ha sprofondato il vecchio regime, l’oligarchia e l’imperialismo nordamericano. Questi e altri elementi fanno parte della nuova narrativa di pace che stiamo costruendo in questo processo di Soluzione Politica del Conflitto.
Lei deve conoscere gli attacchi razzisti contro la vicepresidente, come si può affrontare il razzismo strutturale nell’ambito del processo di pace?
Le classi dominanti portano nel loro DNA il razzismo, come giustificazione dei loro privilegi, per questo bisogna chiedere loro di cambiare e di considerare che l’uguaglianza sociale e l’equità siano valori indispensabili per la democratizzazione del paese, che è la meta che cerca il presente processo di pace.
Come nasce e di che si nutre la gestione della pace? Che ruolo gioca nello sviluppo del processo di pace?
Nel 2017, per iniziare la fase pubblica dei negoziati di pace con il Governo di J.M. Santos (2010-2018), noi abbiamo liberato alcuni politici corrotti che avevamo trattenuto e il Governo liberò due nostri Prigionieri Politici, con l’intesa che i nostri compagni si dedicassero a promuovere nel paese il processo di pace in corso, trasformandosi in portavoce della nostra guerriglia di fronte a tutti i settori della società colombiana, lavoro che è stato cruciale nel promuovere le iniziative umanitarie e di promozione della Soluzione Politica del Conflitto; ora con questo Governo abbiamo concordato di ampliare il numero di questi nostri Gestori di pace, ora abbiamo 2 compagne e 2 compagni in questi compiti e presto speriamo di duplicare questo numero.
Nell’ambito degli accordi che si stanno realizzando, gli aiuti umanitari continueranno?
Abbiamo concordato di fare accordi umanitari parziali d’immediata implementazione, ora uno è in corso nella zona del Pacifico, che soffre una grave crisi umanitaria; l’idea che abbiamo al Tavolo delle conversazioni è di razionalizzare questa prima esperienza e di replicarla in altre zone del paese, come il Sur de Bolívar la cui popolazione di minatori artigianali affronta un duro attacco da parte dei narcoparamiltari, che cercano di allontanarli per aprire il cammino alle multinazionali dell’oro per prendersi questo territorio.
3 aprile 2023
Resumen Latinoamericano
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“Colombia. Comandante Pablo Beltrán, del ELN: «El reciente Estallido Social evidenció la crisis de representatividad y de participación que sufrimos en el país»”, pubblicato il 03-04-2023 in Resumen Latinoamericano, su [https://www.resumenlatinoamericano.org/2023/04/03/colombia-comandante-pablo-beltran-del-eln-el-reciente-estallido-social-evidencio-la-crisis-de-representatividad-y-de-participacion-que-sufrimos-en-el-pais/] ultimo accesso 11-04-2023. |