Questo lunedì mattina è stata realizzata la cerimonia di chiusura dell’evento che ha riunito migliaia di persone di tutto il paese. Con il metodo dell’ “applausometro” è stata decisa la sede della 36° edizione, che sarà portata a termine nel 2023 a Bariloche.
Finisce la lunga festa e termina il fine settimana più femminista e transfemminista dell’anno. Nella città di San Luis, nell’omonima provincia, martedì mattina è terminato il 35° Incontro Plurinazionale di Donne, Lesbiche, Travestiti, Trans, Bisessuali, Intersessuali e Non Binari (MLTTBINB).
L’atto di chiusura è stato realizzato nel medesimo luogo dove è cominciato l’evento: nel Parco IV Centenario. Lì, circa 100 mila presenti hanno scelto la nuova sede dell’Incontro. L’edizione n° 36 sarà nel 2023 nel Río Negro.
Sono state lette anche le conclusioni dei 105 laboratori realizzati durante il fine settimana. E ha preso la parola la mamma di Tehuel de la Torre, il giovane trans che scomparve nel marzo del 2021: “Continuiamo a cercare Tehuel, aiutatemi”, ha chiesto Norma.
Alla richiesta di apparizione in vita di Tehuel e di Guadalupe Lucero, si è aggiunto il rifiuto della privazione della libertà delle prigioniere mapuche. Durante il fine settimana si è chiesta la liberazione di quattro donne del Lafken Winkul Mapu che sono state arrestate dopo lo sgombero a Villa Mascardi, Río Negro.
“Diciamo Matria sì, colonia no!”, hanno scritto nelle loro reti sociali le Donne della Matria Latinoamericana (Mumalá). Insieme a Libres del Sur e Libres y Diverses, hanno formato una congregazione di più di 1800 membri che hanno presenziato all’Incontro.
Facevano riferimento ad un’altra parola d’ordine che si è ascoltata nell’evento. “È il momento di impuntarsi e dire che la povertà è violenza”, affermavano nelle loro reti sociali. In questo modo, facevano luce sulla femminilizzazione della povertà e sulla lotta contro il debito con il FMI che colpisce di più i settori popolari. In questo senso, agitavano slogan come: “No al pagamento del debito estero” e “Il debito è con noialtre”.
Il punto centrale della votazione è stato l’attuale scenario che presenta il conflitto con le comunità mapuche. Hanno segnalato come chiave la richiesta affinché “si fermi la repressione e il soggiogamento dei diritti”.
“Si perseguitano e si incarcerano le nostre sorelle dei popoli originari (…) da parte delle sorelle delle nazioni mapuche, delle sorelle transfemministe, quelle dei movimenti sociali e dei diversi partiti diciamo che il prossimo incontro deve essere nel Río Negro”, ha dichiarato all’inizio una delle partecipanti.
Un dato rilevante per la scelta è stato che erano scesi da San Salvador de Jujuy per una possibile sede del 36° Incontro. I rappresentanti di Jujuy hanno appoggiato Bariloche e hanno ribadito la necessità di “solidarizzare con il popolo mapuche”.
Bariloche si è imposta sulle altre due possibili sedi.
Al di là di questo, hanno sollecitato di “fermare la criminalizzazione della protesta e delle mobilitazioni sociali” e la liberazione della dirigente della Tupac Amaru, Milagro Sala.
Una cosa certa è che durante le tre giornate l’agenda mapuche è stata permanentemente presente. All’inizio si è chiesta la liberazione delle sette detenute per lo sgombero a Villa Mascardi e nelle due marce la parola d’ordine si è intensificata.
“Vogliamo fermare i soprusi sulle nostre compagne che sono state brutalmente sgomberate. Il potente movimento apporterà un freno alla repressione, ad un così grande saccheggio in una provincia dove, in diversi modi, ci lasciano senza nulla, senza risorse fondamentali, senza la terra”, hanno puntualizzato.
Migliaia di persone hanno partecipato alla scelta.
A questo si è aggiunta un’altra ragione come l’alto tasso di femminicidi: “Deplorevolmente abbiamo una delle capitali del femminicidio, come lo è Cipolletti”.
Anche il saccheggio delle risorse naturali è stato presente nei discorsi. “Una provincia di latifondisti come (Joe) Lewis che si unisce al potere politico, si proclama padrone del Lago Escondido e impedisce l’accesso alle nostre risorse”, hanno polemizzato.
La marcia dell’Incontro
A metà domenica, le femministe e transfemministe riunite a San Luis si sono mobilitate attraversando la città. L’affollata colonna che ha percorso sette chilometri è partita dal Parco della Ceramica e ha camminato per diverse strade e istituzioni.
“Che momento, che momento, nonostante tutto, gli abbiamo fatto l’Incontro”, gridavano quelle che si erano incontrate. Sebbene ci siano stati canti e grancasse, la marcia è stata tranquilla. Non ci sono stati tumulti, e anche se c’erano recinzioni e alcuni poliziotti che proteggevano le chiese, non ci sono stati conflitti né scontri.
Le curiose guardavano dalle loro finestre o filmavano dalle loro porte la marea che invadeva la città. Allarme, allarme, allarme, la lotta femminista cammina per l’America Latina!”, gridavano le manifestanti con i loro altoparlanti.
La mobilitazione è terminata nel Parco IV Centenario. Dopo è stata realizzata la Peña Pluridisidente, una delle centinaia di attività culturali che hanno riempito il fine settimana. Lì hanno suonato Antonella París, Baila La Chola, DJ Titi Cumbia del Monte, Batucada Río Jarana, Doña Flor e i suoi Ritmicxs, tra gli altri.
Per molte questa è stata la chiusura di un fine settimana indimenticabile, giacché il giorno seguente avrebbero ripreso il viaggio verso i propri luoghi d’origine. Ma altre sarebbero rimaste per presenziare alla cerimonia di chiusura.
Un femminismo più attivo che mai
La mattina di questo lunedì il Parco IV Centenario è tornato a riempirsi, per la chiusura del 35° Incontro Plurinazionale delle Donne e Dissidenze. In un’organizzazione che si ripete anno dopo anno, alla cerimonia di chiusura c’è stata la lettura delle conclusioni di tutti i laboratori che sono stati realizzati nel fine settimana.
Alcune partecipanti di ciascun laboratorio sono salite sul palco a leggere quanto discusso. Sebbene i temi si dividessero in 15 assi, c’erano parole d’ordine che erano trasversali e si sono ascoltate di volta in volta questa mattina.
La trentaseiesima edizione dell’evento sarà nel en Río Negro, en 2023,
La libertà delle prigioniere mapuche del Lafken Winkul Mapu insieme al rifiuto dei differenti atti di repressione poliziesca sono stati una costante. Anche la lotta per l’implementazione delle leggi che il femminismo ha già ottenuto, come la ESI, la ILE, la quota lavorativa per donne e diversità e la lotta contro la violenza di genere.
In un paese in cui l’economia colpisce sempre più, non hanno potuto tralasciare di essere nominate tematiche come l’accesso alla salute, all’acqua, al lavoro e alla casa. Anche il riconoscimento della doppia o tripla giornata lavorativa della donna.
Dopo è cominciata la votazione per decidere la sede del 36° Incontro Plurinazionale delle Donne e Dissidenze, che sarà realizzata nel 2023. Quelle che si sono incontrate hanno proposto luoghi differenti come Jujuy, Córdoba e Río Negro.
Le presenti hanno votato con il tradizionale metodo dell’ “applausometro”, che nel fine settimana è stato messo in discussione per la sua trasparenza. Ma le grida annunciano una provincia vincitrice: Río Negro. Così si è deciso che il prossimo evento sarà a Bariloche, e quelle che erano nel Parco IV Centenario cantavano: “Bariló, Bariló, noi andiamo a Bariló!”
10 ottobre 2022
Resumen Latinoamericano
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Romina Toledo, “Argentina. La Asamblea final del 35º Encuentro de Mujeres y Disidencias fijó como sede del evento del 2023 a la ciudad de Bariloche, en pleno territorio Mapuche”, pubblicato il 10-10-2022 in Resumen Latinoamericano, su [https://www.resumenlatinoamericano.org/2022/10/10/argentina-la-asamblea-final-del-35o-encuentro-de-mujeres-y-disidencias-fijo-como-sede-del-evento-del-2023-a-la-ciudad-de-bariloche-en-pleno-territorio-mapuche/] ultimo accesso 14-10-2022. |