Noi Sandinisti lottiamo contro la dittatura Ortega-Murillo
È incredibile che ci siano ancora organizzazioni che dicono di lottare per la giustizia sociale e continuino a difendere la dittatura Orteghista. Questo è un chiarimento per i vecchi rivoluzionari che guardano malinconici i propri ricordi della Rivoluzione Popolare Sandinista, dove noi mettemmo il sangue e la carne.
Mentre Daniel Ortega negozia con l’impero la propria continuità al potere, noi in Nicaragua siamo perseguitati a colpi d’arma da fuoco dalle sue carovane della morte.
Dei 9 Comandanti della Rivoluzione, due sono morti e Víctor Tirado López, che ha sempre criticato gli abusi di Daniel Ortega, ora soffre di Alzheimer. Questa è l’opinione degli altri cinque di fronte alla dittatura del loro antico Compagno:
Luis Carrión, Comandante della Rivoluzione: “Quando questo è incominciato e l’Esercito ha dichiarato che non sarebbe intervenuto, questo è stato visto come una dichiarazione positiva, perché si faceva carico che bene o male -anche con la repressione poliziesca- questa era una lotta civica, una lotta politica, ma Daniel Ortega ha scatenato il terrore; ha armato civili, e gli ha sciolto le mani per reprimere” (17/06/2018). “Il Nicaragua, in questo momento, è diventato ingovernabile per Ortega. Il massacro commesso, le estese violazioni dei diritti umani e la persecuzione che continua su centinaia di persone in tutto il paese, fanno sì che questo paese non possa essere governato da Daniel Ortega, (il quale) ha passato tutti i limiti morali e politici di un governo. La pace qui e la democrazia del Nicaragua richiedono che Ortega se ne vada.” (19-07-2018)
Henry Ruiz, Comandante della Rivoluzione: La volontà di Ortega è rimanere al potere; nei primi giorni si è spaventato perché la protesta popolare lo ha sorpreso. Daniel è messianico, crede di essere stato designato ad una missione speciale nella vita. La su idea rielezionista ha un fondamento esoterico che è stato alimentato da sua moglie Rosario, da qui la coesione di coppia. Andarsene dal potere come chiede l’immensa maggioranza del popolo è un cattivo sogno ma non la loro realtà. Le conseguenze estreme di questo fondamento ideologico, sono molto simili al fascismo che ha sostenuto i grandi criminali politici della storia. Ortega non se ne va dal potere pacificamente. Nonostante ciò, sì può essere obbligato ad andarsene. E questo è il compito politico per trovare i modi che permettano la sua uscita dal potere con minori costi di sangue e dolore, per un veloce ritorno ad una normalità che sarà diversa e nuova. (28 giugno)
Jaime Wheelock, Comandante della Rivoluzione: “Stimato Daniel, un’importante maggioranza della popolazione si è mobilitata per esprimere la propria legittima protesta. Come compagno storico di lotte ti chiedo di cercare immediatamente un dialogo che conduca a soluzioni pronte ed efficaci che mettano fine allo stato di violenza che sta colpendo la nazione.” (24 aprile). “La comunità internazionale non sembra intendere quanto seria sia la situazione e fino a quando non lo farà, la popolazione nicaraguense rimane indifesa”. (20 giugno)
Humberto Ortega, Comandante della Rivoluzione ed ex capo dell’Esercito (dal 1979 al 1995): “Oggi noi nicaraguensi subiamo l’azione impune di illegali civili armati incappucciati parapolizieschi che sparano a man salva e fanno controlli permessi dalla legge solo alle autorità di polizia o militari… (Termina chiedendo che si) “onorino i caduti di ieri e di oggi, siamo solidali con i loro addolorati familiari, con il nostro popolo e i suoi giovani studenti che chiedono la pace in piena libertà con il medesimo fervore del giovane studente sandinista Camilo Ortega Saavedra.” Lettera a suo fratello Daniel del 4 luglio.
Bayardo Arce, Comandante della Rivoluzione: Unico dei 9 comandanti che lavora con l’attuale governo, come consigliere su temi economici, “Sì, io credo che (Daniel Ortega) si sia sbagliato, credo che la pressione finanziaria della Previdenza Sociale, l’urgenza … lo abbia portato a non aspettare le scadenze che chiedeva il settore imprenditoriale per analizzare la proposta … questo si è tradotto nel fatto che, la politica del consenso che abbiamo avuto negli ultimi dieci anni … sia andata a pezzi” (24 aprile). Dopo non è tornato a parlare.
Altri sandinisti rivoluzionari
Julio López, Direttore delle Relazioni Internazionali del FSLN dal 1979 al 1990: Il Daniel Ortega che oggi vediamo, quello che ha attraversato tutti i confini della decenza umana, non è possibile intenderlo senza tener conto del suo patto con i liberali, del matrimonio di undici anni con il settore privato. Con i ricchi di questo paese. … Noi siamo responsabili di quel Daniel Ortega, il Fronte Sandinista lo è, la Rivoluzione lo è. Ma è ingiusto che si dica che questo che vediamo oggi sia il Sandinismo, perché Daniel Ortega è una deformazione del sandinismo. Non sarebbe mai quello che è oggi senza il patto con Arnoldo Alemán, senza il sostegno dei banchieri, senza i gringos, che hanno benedetto il patto, senza tutti coloro che non hanno voluto vedere la corruzione. … E per questo la sfida non è nient’altro che toglierlo, trasformare il Nicaragua affinché non tornino a ripetersi queste cose, affinché nessuno come Daniel Ortega abbia l’opportunità di riapparire. … in questo mese stiamo vedendo tutti i giorni un esercito di incappucciati che scende nelle strade con armi da guerra e minaccia, uccide, incarcera, distrugge… Stiamo vivendo uno stato d’assedio di fatto e ad ogni ora. E nei quartieri dove ci sono state le proteste la situazione è di terrore: … duecento di questi scagnozzi che prendono a calci le porte, sparano in aria, catturano, uccidono… Questo mai, mai, mai era avvenuto in questo paese. E questa politica del terrore è nelle mani di Daniel, che ha creato quel esercito irregolare ed è riuscito ad imporlo a tutta la società, ad imporlo alla Polizia. E lo ha imposto all’Esercito! Non c’è nessuna giustificazione che lo Stato Maggiore dell’Esercito veda circolare a Managua e in altre città quelle carovane di assassini incappucciati con armi da guerra e non faccia nulla. Questo è assolutamente inaccettabile. … Ricordo un’occasione agli inizi degli anni 90, quando Daniel ordinò una determinata azione… Il giorno dopo che fosse effettuata quell’azione, io gli domandai: E perché hai scelto Tal dei Tali per fare questo? E mi disse: “Il fatto è che per fare determinate azioni è necessario essere pazzo e solo lui poteva fare quello che gli abbiamo chiesto di fare”. Io non ho il minimo dubbio che coloro che sono al comando di quell’esercito irregolare siano dei pazzi con una mentalità criminale, gente che gode di questa politica criminale e che non ha assolutamente nulla a che vedere con il sandinismo.
Mi sorprende la storia della nostra gente. Prima, hanno fatto una rivoluzione armata. … E ora, quarant’anni dopo, la nostra gente è decisa ad ottenere una nuova vittoria contro un’altra dittatura. Ma questa volta sarà una vittoria senza armi. Questo lo fa solo un popolo che ha una meravigliosa capacità di trovare le proprie strade e di concertarlo in un modo assolutamente fantastico. … Ho la certezza che sconfiggeremo questa dittatura. (10 luglio)
Dora María Téllez, Comandante guerrigliera e Ministra della Sanità della Rivoluzione: Io Ortega non lo vedo disposto ad andarsene, ma nemmeno Somoza era disposto ad andarsene; alla fine, dovette firmare la sua rinuncia. Il punto non è se Ortega sia disposto o no. Il punto è che lui e la sua famiglia sanno che loro hanno un tempo limite. Quello che succede è che lo vogliono prolungare il più possibile e nel prolungarlo, vogliono riscuotere dai nicaraguensi … il prezzo in sangue. Questo non ha nome. (08-07-18)
Sergio Ramírez, Scrittore e Vicepresidente della Repubblica dal 1984 al 1990: “Mi è toccato negoziare l’uscita di Somoza con l’ambasciatore speciale di Carter. Oggi non siamo in mezzo ad una guerra, ma per ottenere l’uscita di Ortega è necessario un negoziato che sia una combinazione di pressione civica nazionale e di pressione internazionale. … Ortega non può continuare ad uccidere impunemente la gente, e la gente non si intimidirà. È un punto di non ritorno… Il suo tempo è finito. Glielo hanno tolto le sue proprie azioni. E la storia è implacabile.” (20-07-18)
Mónica Baltodano, Comandante Guerrigliera e membro della Direzione Nazionale del FSLN: Tutti noi stiamo resistendo, non solo i giovani, ma anche gli adulti, i vecchi, i veterani della rivoluzione sandinista, tutti uniti per questo obiettivo, perché vogliamo un minimo di opportunità per uscirne andando avanti, recuperando la dignità e la vergogna, di fronte a tanta ignominia che già sopportiamo da più di 11 anni. Per noi questo è la lotta per una vera Rivoluzione, la rivoluzione che Ortega e i suoi servi hanno tradito per erigere una nuova dittatura.
Stiamo insieme al popolo in lotta, resistendo e subendo quotidianamente la repressione, marciando, bloccando, cantando, recitando poemi, facendo rivoluzione. Insieme al popolo, soggetto e vero protagonista della nostra storia, insieme all’esempio di Sandino. (15-07-2018)
Joaquín Cuadra e Javier Carrión, guerriglieri, generali ed ex capi dell’Esercito (rispettivamente dal 1995 al 2000 e dal 2000 al 2005): Hanno partecipato alla marcia contro la dittatura del 30 aprile di quest’anno.
Hugo Torres, Comandante guerrigliero e generale dell’Esercito in congedo: “È difficile comparare quanto avvenuto in questi giorni (con quello quando noi) affrontavamo la dittatura come un gruppo guerrigliero armato. Oggi no. Ortega e sua moglie si sono accaniti su giovani indifesi”.
Ernesto Cardenal, Poeta e Ministro della Cultura della Rivoluzione: “Esigo che fermi immediatamente questa repressione che sta subendo il nostro popolo. Già da vari mesi abbiamo avuto in tutto il paese massacri, e sequestri, prigionieri, torture”, ha detto Cardenal, di 93 anni.
Gioconda Belli, Scrittrice, femminista e rappresentante sandinista di fronte al Consiglio Nazionale dei Partiti Politici e portavoce del FSLN nella campagna elettorale del 1984: Daniel Ortega è stata la cosa peggiore che possa essere accaduta al sandinismo. Lo ha realmente macchiato, lo ha contaminato e ha scritto una delle pagine più nere della storia non solo del sandinismo ma del Nicaragua. E noi cittadini siamo addolorati, totalmente disgustati.
Carlos Mejía Godoy, Cantautore: Daniel, ORA ferma questo genocidio. Per il sangue di tuo fratello Camilo, assassinato dal somozismo a Las Sabogales, ora ferma questa barbarie. Si avvicina il 23 Luglio e il ricordo del SANGUE SANTO, di quella gioventù annientata a León, devi andare a meditare. In nome di quel DIO, di cui ti riempi la bocca e l’anima. In nome di quel DIO, che sta vedendo questo olocausto, smetti di uccidere. Ora, Daniel. Ora..!! (13 luglio)
Victor Hugo Tinoco, Vicecancelliere del Nicaragua, dal 1979 al 1990: “Internamente (Daniel Ortega) si è messo in evidenza come un barbaro e il rifiuto verso di lui si è esteso a più ampi settori della popolazione. All’estero si è messo in evidenza come un selvaggio che bisogna cercare di controllare, molto lontano dall’essere un presidente legittimo… Non c’è possibilità che Ortega possa offrire stabilità né ai nicaraguensi né all’estero, ma passando attraverso un dialogo nazionale supercontrolato e delle elezioni nazionali supercontrollate.” (17 luglio)
Daisy Zamora, Poeta: “Il tema è che molti nicaraguensi -includendo vari dei suoi vecchi compagni di lotta- sentono che il presidente sandinista Daniel Ortega ogni volta assomiglia di più al Somoza abbattuto 35 anni fa dal loro movimento, concentrando sempre più potere in una famiglia sempre più ricca e gestendo il paese come se si trattasse di casa sua”. (2010)
Vilma Núñez, Vicepresidente della Corte Suprema di Giustizia del Nicaragua (1979/1987), presidente del Centro Nicaraguense dei Diritti Umani, torturata durante il somozismo: “Quella dei Somoza fu una dittatura meno crudele, perversa, criminale, di quella di Ortega.” (22 luglio)
Onofre Guevara, di professione Calzolaio, organizzatore operaio, dirigente sindacale, giornalista e analista politico: Se la solidarietà di Cuba e del Venezuela ad Ortega, è per ragioni di stato, i suoi atti criminali smetterebbero di essere delitti di lesa umanità? No, e nemmeno smetterebbe di essere un gesto anti etico e immorale… perché dimenticano le ragioni e i diritti umani del nostro popolo! La maggioranza dei partiti e movimenti del Forum di San Paolo identificati come di sinistra (ma opportunisti e dogmatici), sosterranno di riprodurre le condotte e le politiche dittatoriali, anti patriottiche e corrotte, che da ventotto anni applica la dittatura di Ortega? Sarà questo un orteghismo senza Ortega, il modello politico che gli piacerebbe per i propri paesi e contro i propri popoli, in nome dell’antimperialismo? Se così fosse, continuino ad essere solidali con Ortega… ma non si aspettino il perdono del popolo nicaraguense! (24 luglio)
Potrei continuare con centinaia di lottatori che rifiutano la dittatura, ma spero che a coloro che sono giunti alla fine di questa sfilza sia chiaro che noi sandinisti facciamo ancora parte del popolo, e che abbiamo fiducia che anche da fuori ci aiutino a fermare il massacro di studenti e contadini, per poter ricostruire il Nicaragua.
Rosa Lorca, 24 luglio 2018
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“Los Sandinistas luchamos contra la dictadura Ortega-Murillo” pubblicato il 24-07-2018, ultimo accesso 30-07-2018. |