Guatemala: Chiediamo giustizia per questo crimine di stato


Collettivo Popolare Otto René Catillo

La morte di 38 bambine e adolescenti nel Hogar Seguro Virgen de la Asunción (Casa Sicura Vergine dell’Assunzione) dello stato, mette in evidenza che siamo di fronte ad una assoluta carenza di protezione e di vulnerabilità. Specialmente lo sono coloro che dovrebbero rappresentare le cose più preziose: le bambine e i bambini, gli adolescenti. Lo stato avrebbe dovuto garantire l’integrità e la vita di queste bambine ed adolescenti. Al contrario, si è trasformato nel loro aguzzino.

Le prove portano ad affermare che è stato un massacro premeditato. È una esecuzione extragiudiziaria dove sono implicati agenti dello stato che avevano la diretta responsabilità di proteggerle e assisterle.

Senza dubbio, sono responsabili coloro che le hanno violentate e violate, coloro che le hanno usate come mercanzia sessuale, coloro che le hanno aggredite psicologicamente e fisicamente. Ma sono responsabili anche coloro che avevano l’incarico di dirigere il centro, così come il Segretario del Benessere Sociale e lo stesso Presidente della Repubblica come suo immediato capo superiore. Ha delle responsabilità anche la Procura Generale della Nazione, l’Organismo Giudiziario e il Pubblico Ministero. Da loro dipendeva il centro dove è avvenuto il massacro. Questi funzionari e istituzioni avrebbero dovuto assistere con una nuova politica queste bambine, bambini ed adolescenti, poiché c’erano denunce su gravi violazioni dei diritti di questi esseri umani vulnerabili, tanto a livello nazionale come internazionale. La negligenza, gli inadempimenti ai doveri e l’incapacità sono responsabilità di questi funzionari.

I responsabili hanno disatteso le denunce di schiavitù sessuale e di tortura psicologica e fisica che subivano le bambine, i bambini e gli adolescenti di detto centro. Hanno ignorato le petizioni e le proposte che hanno fatto il Procuratore dei Diritti Umani e le organizzazioni che lavorano per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che avevano proposto la chiusura fisica di questo centro e il trasferimento e la protezione dei bambini con altre politiche e a condizioni che fossero indispensabili a garantire la loro protezione e una totale assistenza. Le denunce, le richieste e le proposte sono state ignorate dal precedente e dall’attuale governo. Questa è stata una tragedia e un crimine annunciato.

Al di là, in questo fatto doloroso è presente il crudo impatto del capitalismo, che fa sì che bambine e adolescenti si trasformino in mercanzia, che possono essere vendute e violentate dal miglior offerente. Allo stesso tempo, è il risultato di un sistema patriarcale che trasforma la bambina, l’adolescente e la donna in un oggetto di appropriazione, violenza e schiavitù sessuale. È il risultato di un regime di violenta repressione, che criminalizza le vittime e le trasforma, nelle mani di poliziotti e agenti statali della tratta, in oggetto fino a privarle della vita stessa. Rappresenta anche il risultato dello stato capitalista e neoliberale per garantire privilegi agli impresari per lo sfruttamento, il saccheggio e l’accumulazione, sacrifica il proprio dovere di protezione dei più elementari diritti, come la vita dei nostri bambini e bambine. Per questo diciamo che questo è un ulteriore crimine del capitalismo, del patriarcato e un crimine di stato che non è fortuito ma la continuazione di una politica di stato: il massacro degli esseri umani meno protetti e vulnerabili, di coloro che lo stesso stato ha trasformato in esseri umani eliminabili, così come lo ha fatto durante la guerra interna.

Questo è un crimine che non dobbiamo lasciare che rimanga nell’impunità. Per questo:

1. Chiediamo la destituzione e/o la rinuncia immediata di tutti coloro che essendo responsabili diretti e indiretti, devono essere privati di ogni responsabilità di protezione della nostra infanzia e adolescenza. La loro negligenza, incapacità e responsabilità penale sono evidenti.

2. Chiediamo un’indagine scientifica, un processo e il castigo dei responsabili diretti e indiretti di questo crimine di lesa umanità.

3. Chiediamo al Procuratore per i Diritti Umani di abbandonare la propria intesa e condiscendenza con governi che si sono susseguiti, affinché nel compimento delle proprie funzioni, contribuisca a garantire i diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e di tutte e tutti i guatemaltechi.

4. Facciamo un appello ad unirci come sorelle e solidariamente alla protezione e recupero delle bambine sopravvissute e delle loro famiglie, concretamente e immediatamente.

5. Facciamo un appello a far parte della protezione dell’infanzia e dell’adolescenza in tutti gli spazi e momenti della vita sociale.

6. Facciamo un appello ad appoggiare le proposte, che in materia di leggi, politiche e azioni, le organizzazioni che lavorano per i diritti del bambino e della bambina e dell’adolescenza realizzano.

7. Strategicamente, proponiamo di intraprendere una lotta politica per costruire un altro stato: uno stato radicalmente differente da questo che serve al capitale, al patriarcato, al razzismo, e uccide i bambini, le bambine e gli adolescenti.

– Collettivo Popolare Otto René Catillo

Membro del Fronte Popolare e dell’Assemblea Sociale e Popolare

11/03/2017

ALAI

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Colectivo Popular Otto René CatilloExigimos justicia por este crimen de estado” pubblicato il 11-03-2017 in ALAIsu [http://www.alainet.org/es/articulo/184051] ultimo accesso 13-03-2017.

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