Speciale Argentina. Anche il 23 scorso si è sfilato. Varie migliaia di manifestanti hanno respinto la presenza di Obama a Buenos Aires.
Di fronte alla molto inopportuna presenza del Presidente Barack Obama in Argentina, alcune ore prima che si compissero i 40 anni dell’ultima dittatura civico-militare, organizzazioni sociali e partiti politici di sinistra si sono mobilitati per respingere la continua aggressione statunitense ai popoli del mondo.
Riuniti nell’Incontro Memoria, Verità e Giustizia, migliaia di manifestanti hanno voluto dimostrare la propria indignazione di fronte alla visita del presidente degli Stati Uniti in Argentina. Tra le organizzazioni partecipanti si possono nominare la Correpi, Hombre Nuevo, C.O.B. La Brecha, il Movimento Universitario Sud, Fronte Popolare Darío Santillán, Convergencia Socialista, FOB, Juventud de Pie, il Partito Operaio, il PTS, il MST, Nuevo Mas e Sinistra Socialista.
Con la parola d’ordine “in guardia, in guardia, in guardia, che l’antimperialismo cammina per l’America Latina”, tutti sono stati d’accordo che il Nordamerica continua ad essere il maggiore rappresentante imperialista. Prova di questo è l’attuale attacco contro il Venezuela, la guerra in Siria, Libia, Iraq e Afghanistan.
La mobilitazione, che è partita da Santa Fe e Scalabrini Ortiz ed è terminata a Piazza Italia, a pochi metri dall’Ambasciata degli Stati Uniti e di fronte alla Società Rurale dove si sarebbe riunita la Camera Argentino-Nordamericana, alla presenza di impresari dei due paesi. I manifestanti hanno anche rifiutato l’accordo del governo argentino con i fondi avvoltoio e il pagamento del debito estero.
In questo contesto, la presenza di Obama nel medesimo giorno in cui si compiono i 40 anni dell’ultima dittatura che volle annichilire coloro che in Argentina lottavano per il socialismo, è evidentemente una provocazione a cui il popolo a risposto nelle strade.
Dopo aver ascoltato la voce di vari rappresentanti delle organizzazioni convocanti che hanno decisamente respinto la presenza di Obama in Argentina, vari manifestanti hanno dato fuoco a mezza dozzina di bandiere statunitensi. In quel momento sono ripresi le grida di “Fuori Obama dall’Argentina”. Parole d’ordine che si ripeteranno, ma più massicciamente, questo 24 marzo nel corteo di centinaia di migliaia di argentini e argentine verso Plaza de Mayo.
All’Obelisco porteño anche l’Incontro dei Popoli ha respinto Obama
In una manifestazione dove hanno partecipato Nora Cortiñas (Madre di Plaza de Mayo-Línea Fundadora) e lo scrittore Osvaldo Bayer, è stata respinta la presenza di Obama in Argentina.
Ad un certo punto vari giovani che erano all’incontro, vedendo che su un lungo palo che è presente nella piazzetta dell’Obelisco, sventolava una bandiera degli USA, hanno deciso di ammainarla, con gli applausi dei presenti, e di rimpiazzarla con quella argentina e con un whipala (bandiera di alcune etnie della Cordigliera delle Ande, ndt). Vari poliziotti sono comparsi sul posto e hanno cercato interrompere la cerimonia ma sono stati obbligati a ritirarsi tra i fischi e le grida di condanna. Certamente, la bandiera statunitense ha preso fuoco.
23 marzo 2016
Resumen Latinoamericano
foto: Resumen Latinoamericano
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Laura Farina, “Especial Argentina. Este 23, también se marchó” pubblicato il 23-03-2016 in Resumen Latinoamericano, su [http://www.resumenlatinoamericano.org/2016/03/24/argentina-este-23-tambien-se-marcho-varios-miles-de-manifestantes-repudiaron-la-presencia-de-obama-en-su-primer-dia-en-buenos-aires/] ultimo accesso 25-03-2016. |