Delegazione di Pace delle FARC-EP
La richiesta che abbiamo fatto oggi al Segretario Generale delle Nazioni Unite e al Presidente del Consiglio di Sicurezza, nel senso di attivare un meccanismo tripartito (ONU, Governo della Colombia e FARC) di monitoraggio e verifica, costituisce un forte segnale e una felice premonizione del fatto che il processo di pace della Colombia si incammina inesorabilmente verso la fine del più lungo conflitto del continente.
Una speciale missione politica composta da osservatori internazionali non armati, presiederà e coordinerà il meccanismo tripartito in tutte le sue esigenze.
Insieme al comunicato diffuso dalle parti, stiamo inviando alle Nazioni Unite documenti con indicazioni sulle caratteristiche e i progressi della missione, alla luce di quanto concordato tra il Governo della Colombia e le FARC-EP. La sua risposta positiva costituirà un grande sostegno al processo.
È un fatto che nel corso di questo 2016 le conversazioni per la ricerca dell’anelata riconciliazione sono entrate in una fase definitiva e che, per la felicità dell’umanità, sessanta anni di scontro possono concludersi.
In mezzo ad un mondo agitato dalla voragine delle guerre e dei conflitti, questo è l’unico processo di pace che mostra dei risultati ottimisti, resi visibili anche nell’ambito della Nostra America, la cui grande estensione dovrà essere territorio di pace, come è stato proposto dalla Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici, CELAC.
A proposito di questo organismo regionale, il Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite, così come è stato convenuto, informerà sul compimento del mandato e la fine della missione al Consiglio di Sicurezza, e informerà i paesi della CELAC con osservatori, attraverso il suo presidente pro-tempore.
La pace in Colombia è possibile. Attraverseremo il Rubicone, perché questa è la volontà della maggioranza nazionale, perché la pace è un diritto di tutti.
Come in modo indovinato avverte l’ex direttore dell’UNESCO, Federico Mayor Zaragoza: “La pace duratura è una premessa e un requisito per l’esercizio di tutti i diritti e i doveri umani. Non la pace del silenzio, degli uomini e delle donne silenziosi, silenziati. La pace della libertà –e pertanto delle leggi giuste–, dell’allegria, dell’uguaglianza, della solidarietà, dove tutti i cittadini contano, convivono, condividono”. E con lui siamo anche d’accordo sul fatto che i Diritti Umani sono indivisibili, ma è chiaro che il diritto alla vita è il diritto supremo, giacché da questa dipende che si possano esercitare tutti gli altri diritti. Di conseguenza, tutti i condizionamenti della vita si trasformano, automaticamente, in diritti fondamentali: l’alimentazione, l’acqua, la salute, l’ambiente, l’educazione…
La pace e non la guerra, questo è il destino della Colombia!
Questo breve intervento non può essere concluso senza esprimere a nome di un paese, l’eterna gratitudine al Governo di Cuba per averci concesso questo spazio affinché noi colombiani concordassimo la nostra riconciliazione. Grazie a Cuba e alla Norvegia per il loro apporto come paesi garanti del processo e ai paesi accompagnatori, Venezuela e Cile, a tutti loro grazie per la loro comprensione, per la loro pazienza e per il loro aiuto nei momenti difficili.
Benedizioni per i colombiani.
22-01-2016
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Delegazione di Pace delle FARC-EP, “FARC-EP y Gobierno crean mecanismo para el monitoreo del cese al fuego” pubblicato il 22-01-2016 in Rebelión, su [http://www.rebelion.org/noticia.php?id=208005&titular=farc-ep-y-gobierno-crean-mecanismo-para-el-monitoreo-del-cese-al-fuego-] ultimo accesso 22-01-2016. |