L’impatto delle Città Modello si evidenzia nelle comunità garifune


OFRANEH

Le comunità garifune stanno subendo il forte impatto della creazione delle Zone Speciali di Sviluppo Economico, ZEDE, conosciute come Città Modello, che provocano violazione dei diritti dei popoli, tra cui la consultazione preventiva, libera e informata. Il saccheggio è realizzato in modo violento dallo stesso Stato dell’Honduras che secondo il Trattato 169 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) e la Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni, approvata dalle Nazioni Unite, è obbligato a proteggere i diritti del popolo garifuna.

Questo venerdì 18 settembre 2015, l’Organizzazione della Fratellanza Negra dell’Honduras (OFRANEH) ha denunciato lo sgombero dello scorso 10 settembre di un settore della comunità garifuna di Puerto Castilla per l’installazione di una Zona Speciale di Sviluppo Economico o meglio conosciuta come città modello.

Attraverso il suo sito web, l’OFRANEH ha informato che questa azione è stata promossa dal signor Dennis Weizemblut Oliva, il quale dice di essere proprietario di un terreno, la cui estensione è di circa 5 isolati dentro il centro urbano della comunità.

Questo stesso signore, nel maggio del 2014, ordinò a Puerto Castilla un violento sgombero di una pacifica manifestazione comunitaria, a cui parteciparono membri della polizia e militari che attaccarono i manifestanti con un uso eccessivo di gas lacrimogeni.

La promozione di questa comunità come “Città modello”, insieme ad altri 13 punti identificati come “luoghi turistici”, ha creato un clima di inquietudine tra gli abitanti, specialmente di Puerto Castilla, e nella Baia di Trujillo ha prodotto dei saccheggi incoraggiando così il vorace appetito degli investitori per impadronirsi dei terreni.

Storicamente questo territorio è stato concesso il 18 maggio 1889, sotto il governo del generale Luis Bográn, alla comunità garifuna di Cristales e Rio Negro con il nome di “La Puntilla” e ha una estensione di tre miglia di larghezza per dodici di lunghezza.

Durante i primi anni 20, la Truxillo Reailoard Company acquisì almeno 239 ettari di questo terreno. Successivamente fu restituito alla comunità nel luglio del 1942.

Alla fine del decennio degli anni 70, precisamente nel novembre del 1977, questa comunità fu espropriata del suo territorio che fu trasferito all’Impresa Nazionale Portuale (ENP). In una sua pubblicazione l’OFRANEH ha dichiarato che secondo alcuni abitanti di questa comunità il generale Gustavo Álvarez Martínez, che era assegnato alla zona atlantica del paese, aggredì “pistola in mano” gli abitanti affinché cedessero allo sgombero.

È per questo che gli abitanti di Puerto Castilla hanno insufficiente terra, a seguito del saccheggio perpetrato più di 40 anni fa dallo stato dell’Honduras a favore dell’Impresa Nazionale Portuale (ENP). Secondo le mappe cartografiche, il terreno di cui dice essere proprietario Weizemblut Oliva è situato in mezzo al mare, nella Baia di Trujillo.

Il progetto delle Zone Economiche di Sviluppo (ZEDE) è stato creato dal Congresso Nazionale nell’anno 2013 in prima istanza come Reti Speciali di Sviluppo (RED) che sono state contestate da differenti organizzazioni sociali poiché attentano alla sovranità territoriale del nostro paese.

Insieme alle ZEDE è nata la Commissione per l’Alleanza Pubblico-Privata (COALIANZA), che è incaricata dell’esecuzione e dell’amministrazione delle stesse.

Secondo delle informazioni provenienti dalla relazione esecutiva della ZEDE della zona di Trujillo-Santa Fe, almeno tremila abitanti di Castilla saranno ricollocati a San Martín e Santa Fe, anche se alcuni funzionari hanno rivelato agli abitanti che sarà nella località conosciuta come Plan Grande.

Le ZEDE: un fantasma che promette investimenti a spese della sovranità dei loro territori

Il dirigente popolare Luis Méndez ha definito questo progetto come un attacco frontale alla vita dei popoli e delle loro comunità, negli aspetti economici e territoriali, fatto che comporta anche la spoliazione culturale a favore degli interessi delle grandi compagnie, avviata dagli ultimi governi nazionalisti.

“Lo sgombero di due giorni fa, questa minaccia e repressione contro il popolo garífuna, è legato a questo progetto di fare di questa zona costiera un’area dove opereranno imprese commerciali, alberghiere, minerario-estrattive, aggredendo la vita, la cultura del popolo garífuna”, ha dichiarato.

Per Méndez, le ZEDE sono definite come “un fantasma che diventa realtà quando nella zona Nord sono migliaia e migliaia di ettari di monocolture di palma africana”.

Ha spiegato che si discute del fatto che creano tranquillità per il popolo ma ciò che creano è morte e fame nella zona Nord e anche nella zona Sud, oltre a che tolgono agli abitanti delle comunità la possibilità di lavorare la terra, c’è un forte impatto nella vita delle persone.

“È una aggressione frontale contro la vita dei popoli e delle comunità. A Trujillo si trova tutta l’installazione del progetto idroelettrico e minerario, sono concessioni che sono state date a queste compagnie canadesi. Non solo questo, nella zona di Santa Fe hanno già installato anche delle zone residenziali”, ha detto il dirigente sociale.

Ha aggiunto che l’introduzione nel paese di questo progetto è avvenuta negli anni 90, con l’attivazione del modello neoliberista, con il governo nazionalista di Rafael Leonardo Callejas, come un beneficio derivante dai Trattati di Libero Commercio, TLC, “ma ciò che oggi abbiamo sono uomini e donne sfruttati nella maquila (manifattura esente da dazi che produce per l’estero, ndt). Troviamo per di più le medesime cose: popoli espropriati, minacciati e perseguitati”.

Sommato a tutto questo, l’attuale governo di Juan Orlando Hernández, che nel Congresso Nazionale è stato il principale promotore di questa iniziativa, alle ZEDE ha aggiunto un elemento in più, che è la militarizzazione attraverso l’insediamento di piccoli battaglioni, che sono venduti all’opinione pubblica come difensori del territorio, ma le loro finalità sono di tirar fuori i contadini e le contadine dalle proprie terre, ha affermato il dirigente popolare.

Gli interessi di vari gruppi di potere politico ed economico sono messi in evidenza, realizzando progetti che danneggiano il benessere collettivo dei popoli originari, in contraddizione con quanto stabilito nel Trattato 169 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, OIL, e nella Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni, approvata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, ONU.

Questo è il comunicato emesso dall’OFRANEH sul saccheggio di cui è stata oggetto la comunità garífuna di Puerto Castilla:

ZEDE (Città Modello), e lo sgombero della comunità Garífuna di Puerto Castilla

Lo scorso 10 settembre è stato portato a termine uno sgombero nella comunità Garífuna de Puerto Castilla, promosso dal Sig. Dennis Weizemblut Oliva, il quale dice di essere proprietario di un terreno la cui estensione approssimativa è di cinque isolati, all’interno del centro urbano della comunità.

Il periodo successivo alla presa di possesso del terreno conteso si è trasformato in un labirinto giuridico, quando José Mauricio Weizemblut lo vende a Dennis Weizemblut Oliva. Apparentemente il primo si è trasformato in proprietario quando è riuscito ad ottenere il pagamento delle sue prestazioni come dirigente dell’Intermar, compagnia di proprietà del giapponese Satoshi Sasaki.

Nell’anno 1997 l’impresario Sasaki riuscì, senza l’avallo della comunità di Puerto Castilla, ad appropriarsi di un terreno per installare la sua impresa, che probabilmente avrebbe dovuto produrre farina di pesce oltre a commercializzare prodotti marini.

Gli abitanti di Puerto Castilla soffrono di un’enorme carenza di terra, a seguito del saccheggio a scapito della comunità commesso dallo stato dell’Honduras a favore dell’Impresa Nazionale Portuale (EPN). Secondo le mappe cartografiche, il terreno di cui dichiara essere proprietario Weizemblut Oliva è situato in mezzo al mare nella baia di Trujillo.

La promozione di Puerto Castilla come una delle località che vogliono trasformare in una probabile città modello (ZEDE), ha dato luogo ad innumerevoli speculazioni immobiliari e a saccheggi nella Baia di Trujillo, incoraggiando il vorace appetito degli investitori per impadronirsi di terreni situati nei luoghi strategici.

Bisogna ricordare che il 29 agosto 2014, fu effettuato uno sgombero promosso dai Weizemblut, e precedentemente a maggio dello stesso anno, un contingente di poliziotti e soldati, con il pretesto di sciogliere una manifestazione comunitaria, attaccarono la comunità di Puerto Castilla utilizzando come arma offensiva i gas lacrimogeni.

Storia di un saccheggio

La Puntilla, nome con il quale era conosciuto Puerto Castilla, fu concessa dal Generale Luís Bográn alla comunità Garífuna di Cristales e Río Negro, il 18 maggio 1889, riconoscendone tre miglia di larghezza per dodici di lunghezza.

Il 9 aprile 1921 la Truxillo Railroad Company acquisì 239 ettari del terreno conosciuto come La Puntilla, appartenente alla comunità di Cristales e Río Negro. Nel luglio del 1942 la compagnia restituì il terreno in questione alla comunità di Cristales e Río Negro.

Il 2 aprile 1912, Manuel Bonilla firmò il Decreto N° 99, approvando la convenzione tra lo stato dell’Honduras e Juan Glynn, in rappresentanza di Victor Camors, che risultò essere il rappresentante della Truxillo Rail Road Company. Questo fu fino al mese di aprile del 1921 quando la comunità acconsentì a cedere 239 ettari del terreno della Puntilla, per un periodo di 99 anni.

Il 17 novembre 1977 fu decretata la cancellazione del trattato che registrava il precedente di proprietà a favore della comunità di Cristales e Río Negro, procedendo lo stato a concedere le terre della Puntilla a favore dell’Impresa Nazionale Portuale. Secondo le testimonianze degli abitanti della comunità di Cristales, il Generale Alvarez Martinez, pistola in mano, nell’anno 1976 obbligò la comunità a cedere le terre della Puntilla.

Nell’anno 1996 l’Impresa Nazionale Portuale (ENP) probabilmente vendette o cedette cinque lotti di terra alla compagnia Intermares, la quale richiese di costruire un impianto di lavorazione della farina di pesce, progetto probabilmente sostenuto dalla cooperazione giapponese. Questo terreno è quello che attualmente figura di proprietà di Weizemblut Oliva.

L’illegalità delle ZEDE e la corruzione della COALIANZA

Le città modello, nome con cui sono state fatte conoscere tanto la Legge delle regioni Speciali per lo Sviluppo (RED) come la Legge delle Zone di Impiego e Sviluppo Economico (ZEDE), fin dall’inizio sono state denunciate come iniziative che minacciano ai diritti umani degli abitanti delle aree prescelte per essere messe all’asta al capitale straniero; oltre a indebolire il concetto di sovranità.

Le ZEDE si sono trasformate nella colonna dell’attuale amministrazione di Juan Orlando Hernández, personaggio intimamente legato, fin dalle riforme costituzionali dell’anno 2011, a questo esperimento politico economico. Per il mese di giugno Hernández programmava di partecipare ad una conferenza a San Francisco, promossa dai liberali di ultradestra della Silicon Valley, intitolata “Sospendendo la democrazia: Nuove forme di governo per l’Honduras”. La sua partecipazione è stata sospesa di fronte alla denuncia effettuata dall’OFRANEH e l’inizio delle marce delle fiaccole, per protestare contro la corruzione endemica che ha piagato lo stato dell’Honduras, specialmente a partire dal colpo di stato.

La visione autocratica dell’attuale regime e il suo visibile disprezzo per la democrazia, ci fa temere che lo sgombero annunciato di Puerto Castilla, sarà effettuato in modo violento senza rispettare i diritti territoriali del popolo Garifuna e molto meno effettuando una consultazione, preventiva, libera e informata; precetto che è totalmente sconosciuto dai nazionalisti al potere.

La COALIANZA, ente incaricato delle ZEDE, in numerose occasioni è stata denunciata dal Consiglio Nazionale Anticorruzione (CNA) per l’assenza di trasparenza e per la duttilità nell’occultare informazioni sui progetti aggiudicati e sui salari dei membri di questo ente.

Sfortunatamente i colpi dati dalla Suprema Corte di Giustizia –avendo dichiarato incostituzionali le RED–, l’assalto del Pubblico Ministero e la frode elettorale commessa e avallata dalla comunità internazionale, che ha dotato l’attuale governante nel Congresso Nazionale di una pialla, hanno dato luogo ad una dittatura perfetta, il cui obiettivo è saccheggiare le istituzioni del paese e metterlo all’asta a pezzetti a favore del capitale straniero.

Secondo la relazione esecutiva delle ZEDE Trujillo-Santa Fe, i più di 3000 abitanti di Castilla saranno trasferiti a San Martín e Santa Fe, anche se alcuni funzionari hanno annunciato agli abitanti che saranno trasferiti nella località conosciuta come Plan Grande.

Fino ad ora non è stata fatta nessuna riunione con i membri della comunità e ancor meno effettuata una consultazione preventiva, così come prescrive il Trattato 169 dell’OIL e la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni.

In varie occasioni gli abitanti di Puerto Castilla hanno manifestato il loro totale rifiuto ad un loro trasferimento, situazione che di fronte all’assenza di rispetto dei diritti umani da parte del Sig. Juan Hernandez comporterà indubbiamente un enorme conflitto sociale.

Sambo Creek, 18 settembre 2015

Organizzazione della Fratellanza Negra Honduregna, OFRANEH

22/09/2015

Alai

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
OFRANEH, “Impactos de las Ciudades Modelo se evidencian en comunidades garífunaspubblicato il 27-10-2015 in Alai, su [http://www.alainet.org/es/articulo/172533] ultimo accesso 02-11-2015.

 

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