Giunge la Carovana in appoggio dell’Accampamento Qopiwini


Gruppo per la Comunicazione della CTA Nacionale

Nel pomeriggio del 31 luglio, sono arrivati da Formosa i rappresentati delle comunità originarie per unirsi all’accampamento, che ha già superato i 5 mesi, installato sull’Avenida de Mayo e la 9 de Julio, ancora senza risposte da parte delle autorità nazionali riguardo le loro richieste di restituzione delle loro terre.

Alle 16.30 è arrivato alla Torre degli Inglesi, Retiro, il camion che trasportava i rappresentanti dei popoli originari che pochi minuti prima erano giunti dalle comunità Qom “Potae Napocna Navogoh”, Pilagá, Wichí e Nivaclé della provincia di Formosa. Lì li aspettava una folla con wiphala (bandiere indigene, ndt) e striscioni che facevano allusione alla parola d’ordine con cui erano stati convocati: “La Terra è la nostra vita”.

La manifestazione ha imboccato l’Avenida Santa Fe, la 9 de Julio e si è fermata al simbolico Obelisco di Buenos Aires. Lì, di fronte a uomini con visi abbronzati e stanchi, donne con i propri piccoli in braccio o nei loro teli, bambini che forse erano usciti per la prima volta dalla propria comunità, e soprattutto molti giovani delle quattro comunità, Eduardo Díaz, figlio del capo della comunità La Primavera Felix Díaz, ha preso la parola: “Siamo venuti per accompagnare i nostri fratelli che sono qui (nell’accampamento) da più di 5 mesi. Siamo venuti perché anche se ci ignorano, non abbassiamo le braccia e non ce ne andremo senza una risposta”, ha detto, per continuare: “Siamo di fronte ad un governo (provinciale) razzista, che discrimina, che assassina, che ci massacra. Lo stato nazionale ha tutte le possibilità per mettere fine a questa situazione che noi stiamo subendo da cento anni. La Costituzione Nazionale riconosce la preesistenza dei popoli originari e, di conseguenza, il nostro diritto legittimo alla terra. Vogliamo che sia attuata la costituzione, vogliamo che ci rispettino. Siamo venuti fin qui perché vogliamo dare visibilità a questa protesta” ha affermato.

Dopo, il corteo ha continuato per la traversa nord fino a Plaza de Mayo dove, di fronte alla Casa Rosada, la folla ha ascoltato in silenzio i dirigenti originari che si sono succeduti al microfono. I testimoni del saccheggio hanno riferito le sofferenze causate dalla negazione di tutto. “Mi hanno ucciso la famiglia”, “Non abbiamo cure mediche”, “Hanno violentato mio figlio”, “Ci hanno tolto i documenti nei periodi delle elezioni …”.

Dopo è giunto il turno dei rappresentanti dei diritti umani come Nora Cortiñas delle Madri Linea Fondatrice, di Pablo Pimentel dell’APDH La Matanza e di Leandro Despouy, che oltre a chiedere una pronta soluzione, hanno evidenziato l’importanza di sostenere le comunità e, con questa iniziativa, di rafforzare la Democrazia. Tutti hanno sollecitato l’esecutivo a non sprecare l’opportunità storica di cominciare a risolvere le richieste dei popoli originari.

Alla fine, i dirigenti si sono diretti verso l’accampamento per incontrarsi con i fratelli che stanno vivendo nelle tende dell’Avenida de Mayo e 9 de Julio e festeggiare lì il giorno della Pacha Mama. Lì sperano di deliberare come continuare questa lotta che hanno chiamato “La Terra è la nostra vita”.

1 agosto 2015

Casapueblos – AEDD

 

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Equipo de Comunicación de la CTA Nacional, “Llega la Caravana en apoyo al ACAMPE QOM PIWINIpubblicato il 01-08-2015 in Casapueblos – AEDD, su [http://informaciones-noticias-titulares.blogspot.com.es/2015/08/llega-la-caravana-en-apoyo-al-acampe.html] ultimo accesso 03-08-2015.

 

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