Iván Cepeda è stato a Madrid e ha parlato con José Manuel Martín Médem del processo di pace che si sviluppa all’Avana tra il Governo della Colombia e le FARC. Una corta e densa intervista dove sono fissati elementi chiave per il futuro del paese.
“Non possiamo rinunciare a che la pace e la giustizia siano complementari mediante il chiarimento della verità storica e la riparazione delle vittime”.
Nel negoziato delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) con il governo del presidente Juan Manuel Santos si può conseguire un accordo se si garantisce l’eliminazione del paramilitarismo e non si vuole trattare gli insorti come un esercito sconfitto. Sono le dichiarazioni a Madrid del senatore colombiano Iván Cepeda (*), del Polo Democratico, che mette in guardia, inoltre, sulla campagna internazionale dell’ex presidente Álvaro Uribe contro questo negoziato, dentro il progetto della candidatura repubblicana di un terzo Bush per rafforzare l’estrema destra in America Latina da parte degli Stati Uniti.
– È già definitivo il processo di negoziato dell’Avana?
– Siamo di fronte alla migliore opportunità storica che ha avuto la Colombia per fare una svolta verso un’alternativa popolare e democratica. Bisogna combinare l’ottimismo e la responsabilità perché sarà necessaria una forte mobilitazione sociale e politica per realizzare gli accordi. Credo che il negoziato si concretizzerà se si garantisce l’eliminazione del paramilitarismo e non si vuole trattare gli insorti come un esercito sconfitto.
– L’ex presidente Álvaro Uribe guida una campagna internazionale negli Stati Uniti e nell’Unione Europea contro i negoziati.
– L’iniziativa di Uribe ha una dimensione transnazionale. Punta su un terzo Bush alla presidenza degli Stati Uniti ed è l’alfiere di Washington per quella che il presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, chiama la restaurazione conservatrice in America Latina. È una controffensiva dell’estrema destra contro i governi democratizzatori.
Fa parte del progetto che Kissinger annuncia per imporre con la forza, se è necessario, un nuovo ordine internazionale. La continuità della dottrina dell’11 settembre per il conflitto permanente e la destabilizzazione mediante il potere militare. In America Latina c’è una opposizione attraverso procedimenti legali ma anche con l’esportazione paramilitare e i golpe blandi. L’ombra di Uribe appare in Messico, Venezuela, Honduras e Paraguay. Possono anche voler che in America Latina si sviluppi un conflitto militare. Uribe vuol rompere i negoziati dell’Avana non solo perché è in pericolo la sua sicurezza politica, accusato di complicità con i paramilitari e di crimini contro l’umanità, ma anche per provocare la destabilizzazione regionale. In America Latina la pace in Colombia è di una importanza strategica.
– In Colombia si può aprire un processo di cambiamento politico ed economico?
– Non ci facciamo illusioni sul cambiamento del modello neoliberista come conseguenza di un accordo nei negoziati. Il Piano di Sviluppo del governo del presidente Santos rafforza il modello estrattivista contro la Costituzione e quanto si negozia all’Avana, favorendo le transnazionali anche per cacciare le popolazioni. Sarebbe un nuovo allontanamento forzato, ora per affari mascherati da presunte ragioni di interesse pubblico. Ma per la prima volta c’è una convergenza di partiti di sinistra e di movimenti sociali che si rafforzerebbe con gli accordi di pace per costruire potere sociale, politico e istituzionale.
– Dai movimenti sociali alla partecipazione elettorale, come nei processi di democratizzazione che si sono sviluppati in altri paesi dell’America Latina?
– Il movimento contadino è sopravvissuto allo sterminio economico e paramilitare. Sono emerse mobilitazioni sociali molto importanti di carattere sociale, sindacale, professionale, studentesco o indigeno che organizzano le proprie lotte e rivendicazioni. La Marcia Patriottica, il Congresso dei Popoli, la Riunione Agraria, il Movimento delle Vittime dei Crimini di Stato. Si può andare avanti con un Fronte Ampio per la Pace e la Democrazia verso le elezioni presidenziali del 2018.
– E l’impunità?
– L’ex presidente César Gaviria parla di una Legge di Punto Finale. Ma non possiamo rinunciare a che la pace e la giustizia siano complementari mediante il chiarimento della verità storica e la riparazione delle vittime. Il grado di impunità dipenderà dalla correlazione delle forze.
Iván Cepeda, senatore del Polo Democratico e portavoce del Movimento delle Vittime dei Crimini di Stato (MOVICE), è figlio di Manuel Cepeda Vargas, parlamentare dell’Unione Patriottica (UP), assassinato nel 1994 da un gruppo di sottoufficiali dell’esercito e sicari paramilitari.
21-02-2015
Otramérica
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
José Manuel Martín Medem, “Àlvaro Uribe es el alfil de Estados Unidos en la contraofensiva de la extrema derecha en América Latina” pubblicato il 21-02-2015 in Otramérica, su [http://otramerica.com/personajes/uribe-es-alfil-eeuu-la-contraofensiva-la-extrema-derecha-america-latina/3327] ultimo accesso 24-02-2015. |