Impunità e padrini, dietro l’assassinio di un dirigente sociale a Oaxaca


Un gruppo di narcotrafficanti ha assassinato il dirigente zapoteco Jaime López Hernández, che ha promosso il benessere per il suo popolo. Accusano che la mancanza di azione del governo promuove l’impunità per i sicari.

Messico, Distretto Federale. L’incompetenza e la negligenza del governo statale nel controllare i gruppi di narcotrafficanti che devastano i paesi indigeni, ha permesso che il dirigente Jaime López Hernández fosse assassinato, sostiene Alejandro Cruz López, dirigente delle Organizzazioni Indigene per i Diritti Umani di Oaxaca (OIDHO).

Lo scomparso dirigente zapoteco ha dato fastidio ad un gruppo di narcotrafficanti che controllano il suo paese, San Andrés Lovene, poiché ha promosso la costruzione di un sentiero che non conviene ai delinquenti “perché romperebbe l’isolamento del luogo e non potrebbero più seminare stupefacenti”, aggiunge Alejandro Cruz. Questi gruppi sono la continuazione dei vecchi e anche impuniti padrini, spiega, e nell’anno che va, hanno già ucciso altre 10 persone.

L’omicidio del segretario dell’OIDHO recentemente eletto è avvenuto lunedì 22 settembre, verso le 10.00 della mattina, quando si è recato al cimitero per sistemare la tomba di sua madre, assassinata dai medesimi sicari che hanno tolto la vita a López Hernández con un colpo alla schiena. “Quando successe il fatto di sua madre non sapevamo bene di cosa si trattasse, ma ora crediamo che fu un messaggio per lui”, arrischia Cruz López.

López Hernández è stato un promotore di miglioramenti per il proprio paese: ha ottenuto la conduttura per l’acqua potabile, precedentemente bisognava camminare un’ora per procurarsi il liquido; ha gestito la costruzione di una clinica e delle scuole, e ora lavorava alla costruzione di un sentiero di 16 chilometri per togliere San Andrés dall’isolamento.

Il dirigente dell’OIDHO informa che a San Andrés la situazione è di una calma tesa, poiché l’assassino di López Hernández continua a stare nella comunità, e le autorità non fanno nulla per arrestarlo. “Ciò che vogliono è che la gente del paese vada a deporre, ma loro non vanno a segnalare nessuno se non hanno protezione”, spiega a Desinformémonos. “La polizia di Oaxaca non serve per indagare”, continua. “Fanno solo qualcosa quando si tratta di qualcuno conosciuto, ma se sono indigeni della sierra, non gli importa. La gente è alla mercé degli assassini”.

Cruz López avverte che quando le comunità chiedono giustizia, il governo invia la polizia o l’esercito, invece di arrestare gli aggressori. “Ciò che noi qui chiediamo è una vera indagine”, ribatte.

L’OIDHO è nata nel 1990 per lottare per la libertà degli indigeni prigionieri di coscienza, per promuovere il rispetto verso le legittime autorità dei popoli, per difendere il territorio e per lottare contro l’impunità, “che è la cosa più difficile”, termina Alejandro Cruz.

25.09.2014

Desinformémonos

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
“Impunidad y cacicazgos, tras asesinato de dirigente social en Oaxaca” pubblicato il 25-09-2014 in Desinformémonos, su [http://desinformemonos.org/2014/09/impunidad-y-cacicazgos-tras-asesinato-de-dirigente-social-en-oaxaca/] ultimo accesso 26-09-2014.

 

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