La continuità del conflitto per la pace in Colombia


Olmedo Carrasquilla II

Il conflitto armato in Colombia ha segnato storicamente un grande impatto nel paese del  caffè e nell’opinione pubblica internazionale, per la grande quantità di morti, scomparsi, massacrati e sfollati come conseguenza di una lotta di potere che sembra non cessare.I distinti attori di questa lotta politico sociale affermano che le loro lotte sociali cercano un paese migliore.

Per vari decenni, la Colombia si è vista avvolta in un conflitto interno che ha le sue radici nella lotta per il potere presidenziale che successivamente si sono combinate con il narcotraffico e la corruzione a tutti i livelli. Il grado di convulsione sociale ha obbligato a tramare accordi di pace per evitare il continuo spargimento di sangue, finendo tutte queste intenzioni di cessate il fuoco in un fallimento.

Dopo molti tentativi per raggiungere degli accordi di pace, un primo avvicinamento si è avuto nel 1982 durante il Governo del Presidente Belisario Betancur, che dopo viene interrotto nell’anno 1985 per l’assassinio di uno dei membri della guerriglia dell’Esercito Popolare di Liberazione (EPL). Dopo vari governi si riuscì a giungere al tavolo dei negoziati all’Avana, Cuba, durante il mandato di Juan Manuel Santos Calderón con le garanzie della Norvegia e di Cuba e l’appoggio di vari rappresentanti dell’America Latina.

Nel 2005 sorge la Legge di Giustizia e Pace presentata dall’ex presidente Àlvaro Uribe Vélez che cercava di smobilitare i gruppi paramilitari come quello delle Autodifese Unite della Colombia (AUC), nonostante che questa azione non fu raggiunta. Contrario alla costruzione della pace, nel suo periodo governativo si commisero più violazioni dei diritti umani, questo secondo quanto dichiara l’organizzazione civile internazionale Human Rights Watch.

Nell’anno 2012 il Tribunale Superiore dell’Antioquia iniziò un’indagine sull’ex presidente Uribe per i massacri e i legami con il paramilitarismo, ma questo non avvenne se non nel 2018 quando l’allora magistrato José Luis Barceló decise di indagare Uribe per presunta intromissione per far cambiare le dichiarazioni di vari testimoni che lo collegavano e accusavano di promuovere il paramilitarismo in quel territorio.

La sua strategia consisteva nell’incolpare il congressista Iván Cepeda di fabbricare testimoni contro di lui. Quest’ultimo, insorge quando Uribe lo denuncia perché chiedeva ad ex membri dei gruppi paramilitari di testimoniare contro di lui in cambio di benefici.

Lo scorso 4 agosto 2020 la sala di istruzione della Corte Suprema di Giustizia ha ordinato una misura d’arresto dell’ex presidente Álvaro Uribe. La decisione viene presa sulla base del delitto di manipolazione di testimoni in un caso che coinvolge ex paramilitari e l’avvocato di Uribe, Diego Cadena.

Così, Álvaro Uribe si converte nel primo ex presidente nella storia della Colombia ad aver avuto questa misura cautelare. Questa decisione dà la possibilità di riaprire un processo legale contro Uribe. I testimoni che lo identificano e denunciano per bustarelle coincidono sulla sua partecipazione e il suo aiuto ai gruppi paramilitari.

Temilda Vanegas Fuentes da 33 anni sta cercando il modus operandi di come fecero sparire suo marito Jorge Franco Argumedo, che partì da Cartagena il 4 novembre 1987 e il cui corpo fu ritrovato 45 giorni dopo nella città di Barranquilla. Attualmente, Temilda è membro dell’associazione dei Familiari dei Detenuti e Scomparsi ASFADDES della Colombia.

Di fronte alla misura emessa dai tribunali della giustizia colombiana dichiara che non è sufficiente. Il processo ancora non inizia, perché la misura d’arresto non è comparabile con gli altri atti illeciti e atroci che Uribe eseguì come torture, genocidi, scomparse e massacri.

La speranza di giustizia in Colombia, in mezzo a realtà e contrasti, è diventata visibile nel processo di pace tra il governo colombiano e la guerriglia delle FARC-EP, e come risultato finale la firma dell’Accordo per la Fine del Conflitto e la Costruzione di una Pace Stabile e Duratura accettato da ambedue le parti il 24 novembre 2016.

In quest’ultima settimana si sono registrati 4 massacri in diversi dipartimenti del paese le cui vittime sono giovani. Secondo il governo colombiano non si conosce il motivo di questi fatti, in alcuni casi li attribuisce al non rispetto della quarantena per l’emergenza sanitaria e all’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), ma quest’ultimo ha smentito queste affermazioni.

Vari abitanti di diverse città e settori rurali della Colombia hanno denunciato la militarizzazione dei loro territori e il risorgere dei gruppi paramilitari. Erika Prieto, membro della Commissione dei Diritti Umani del Congresso dei Popoli, afferma che da parte dei gruppi potenti, come il partito di governo Centro Democratico, è stata creata una diretta stigmatizzazione contro le popolazioni diverse e critiche. Nel frattempo, il governo continua a non prestar caso alle denuncie delle comunità contadine, indigene, afro e urbane, di fronte all’emergenza umanitaria che si acuisce in varie regioni del paese.

Pertanto, l’avanzamento della pace si vede colpito dalla carenza di volontà delle parti coinvolte e la mancanza di garanzie di rispetto di questo accordo. La persecuzione e i crimini contro ex combattenti e dirigenti comunitari fa intravedere sempre più lontana la costruzione della pace, rimpiazzata dall’impunità e il blindaggio dissimulato dello stato per gli autori storici e nemici della Colombia.

24 agosto 2020

Radio Temblor Internacional

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Olmedo Carrasquilla II, La continuidad del conflicto por la paz en Colombia” pubblicato il 24/08/2020 in Radio Temblor Internacional, su [http://www.radiotemblor.org/?p=18423] ultimo accesso 27-08-2020

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