Dai prigionieri politici dell’ELN ai rivoluzionari del mondo


Collettivo Orlando Quintero Páez

Oggi vogliono farci credere che gli obiettivi per cui abbiamo lottato non siano più validi.

Ricevete un fraterno e rivoluzionario saluto da parte nostra, prigionieri politici dell’Esercito di Liberazione Nazionale, che come voi abbiamo patito decenni di torture e reclusione da parte degli stati repressori che in sé incarnano il medesimo progetto imperiale che governa il mondo.

Oggi vogliono farci credere che gli obiettivi per cui abbiamo lottato non siano più validi, che siamo sconfitti, che sia meglio prendere il cammino della resa; nonostante ciò, vedendo tanta miseria, disuguaglianza e un costante arricchimento dei più ricchi a partire dalla guerra, dallo sfollamento, dalla tortura e dalla repressione di milioni di persone nel mondo, i nostri principi e progetti di una nuova società hanno ancora validità.

Vi scriviamo perché crediamo che unire gli sforzi anche nei centri di pena dell’aguzzino sia un passo per continuare, consideriamo di far parte di un insieme di persone, collettivi od organizzazioni che possono mantenere attuali le lotte per cui stiamo dove stiamo.

In Colombia ci troviamo in una situazione non peggiore della vostra; alcuni mesi fa si credeva che il dialogo avrebbe permesso il primo passo per la soluzione del conflitto sociale e armato, ma oggi abbiamo visto come il nuovo Governo, nel miglior stile dell’oligarchia creola, abbia guidato la campagna per la negazione di ogni possibilità di Accordo.

Mostrando il proprio interesse a “fare a pezzi gli Accordi con le FARC” con i loro stratagemmi istituzionali, giuridici, cercando di vendere dei concittadini agli interessi stranieri come nel caso di Santrich; nel nostro caso mettono ogni tipo di scuse per non continuare i dialoghi con l’ELN.

Noi come prigionieri di detta organizzazione vediamo questa situazione come avversa, non avendo lo stato colombiano la capacità di negoziare e anche di dare dei colpi alle nostre strutture, intraprenderà fin dai primi mesi dell’anno un attacco contro i nostri compagni privati della libertà, che hanno messo in isolamento e senza comunicazione, trasferiti nei centri carcerari lontani dai propri nuclei familiari, con notifiche di nuovi processi con richieste di pene più alte che eccedono la possibilità di scontarle.

Questo si aggiunge all’eterna crisi carceraria che tiene una popolazione di 167.000 prigionieri e prigioniere in un affollamento del 65 per cento, oltre ad una infrastruttura inadeguata per portare avanti le attività fondamentali, cattiva alimentazione e un pessimo servizio sanitario, ecc.

Nonostante quando detto manteniamo la coscienza della necessità di rimanere organizzati, qui e dove ci porta la vita, per fare di ciascuno spazio una trincea di lotta contro i tiranni e gli sfruttatori, contro il sistema economico che emargina le maggioranze e contro i Governi complici della tirannia.

Per questo abbiamo intrapreso dei cammini di incontro con coloro, che in questo e in qualsiasi luogo del mondo, si trovino in uno stato indegno e di sfruttamento da parte dell’imperialismo; per questo oggi cerchiamo di rafforzare i nostri legami per un mondo migliore.

Ci congediamo con un abbraccio internazionalista, convinti che in un prossimo futuro potremo essere liberi, costruendo la società che vogliamo.

Collettivo Orlando Quintero Páez, dal carcere ERON/Picota, Bogotá.

10/07/2019

La Haine

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Colectivo Orlando Quintero Páez, De los presos políticos del ELN para los revolucionarios del mundo” pubblicato il 10/07/2019 in La Haine, su [https://www.lahaine.org/mm_ss_mundo.php/de-los-presos-politicos-del] ultimo accesso 12-07-2019.

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