L’accelerazione delle destre, la dignità della rivolta


Argentina e Honduras in questo momento vivono sulla propria pelle il menefreghismo, la truffa e la repressione delle destre che davanti alle oceaniche manifestazioni, che in entrambi i paesi hanno dichiarato la propria opposizione alla truffa elettorale da una parte e alla riforma sulle pensioni dall’altra, hanno fatto orecchie da mercante, mettendo le mani sulle elezioni per rimanere al potere e approvando una legge per saccheggiare le pensioni degli argentini per pagare i debiti contratti dal governo Macri.

La resistenza nelle strade in entrambi i paesi si prepara ad affrontare una nuova fase di lotta, dopo aver constatato che non esiste nessuna disponibilità da parte delle istituzioni governative di ascoltarne la voce, ne di garantire i diritti costituzionali della popolazione.

Argentina,  Macri approva la riforma tra scontri, cacerolazos e repressione

La riforma sulle pensioni è diventata legge dopo dodici ore di dibattito, in mezzo a oceaniche proteste contro i tagli ai pensionati e violenti scontri tra polizia e manifestanti. Con 127 voti a favore, 116 contrari, due astensioni e 10 assenti passa questa legge che peggiorerà le condizioni di vita degli argentini. Il governo non ha tenuto conto del popolo che fuori manifestava la propria opposizione e ha affermato la distanza che esiste tra la volontà popolare e il progetto di governo che si manifesta dentro  i palazzi del potere [1].

Per camuffare la riforma, Macri dopo essersi complimentato con la polizia per aver difeso il suo  governo criminale e aver represso migliaia di persone, ha approvato un altro decreto che rilascia un sussidio monetario ai pensionati per una sola volta. Ti svuotano le tasche e poi ti danno un contentino con gli stessi soldi che ti hanno rubato, facendoti credere che sia il governo a darteli [2].

Lunedì dalla mattina le strade di Buenos Aires erano piene di persone, come avevano promesso hanno cercato di arrivare al Congresso ma la polizia ha represso con forza la manifestazione. Dai piani alti degli edifici intorno al Congresso la polizia ha sparato lacrimogeni con nuove armi che permettono di sparare  anche a 60-70 metri di distanza. Si sono verificate scene di panico per il fuggi fuggi generale provocato dall’effetto dei gas. La quantità di persone e la ristrettezza delle vie d’uscita hanno provocato un effetto frana, tanta gente è caduta per terra ed è stata calpestata.

Dopo la repressione di giovedì 14 la gente è scesa in piazza molto più organizzata. Ogni spezzone era ben incordonato con il suo servizio d’ordine, ogni gruppo aveva la lista dei suoi integranti e si sono create liste whatsapp per facilitare la comunicazione. Come spesso accade i media hanno cercato di dividere in due i manifestanti, da una parte i pacifici e dall’altra quelli che per ore si sono scontrati con la polizia [3]. La verità è che nessuno si è scandalizzato e c’era un solo blocco che è sceso in piazza, diviso si in tantissime sigle e con vari approcci,ma tutti avevano chiaro il motivo per cui erano lì e chi era il nemico da combattere.

Circa 500.000 persone erano in piazza ma i media ufficiali hanno parlato solo degli scontri per cercare di delegittimare la protesta e ridurre la potenza della piazza a uno scontro tra bande, nonostante fosse evidente a tutti che quello che accadeva era una rivolta popolare contro un decreto che attacca i pensionati e la popolazione meno abbiente del paese. Non hanno parlato degli effetti della riforma e molto meno della feroce repressione della polizia che rincorreva in moto i manifestanti sparando proiettili di gomma a pochi metri di distanza, degli idranti e  dei gas. Tre persone a causa degli spari hanno perso un occhio e un manifestante è stato investito da una moto [4].

La sera mentre si discuteva ancora la riforma sulle pensioni, le strade intorno al Congresso erano colme di gente, era stato convocato un cacerolazo dopo gli scontri della giornata, in altre città del paese è successo lo stesso al grido di “Los viejos no se tocan” [5]. Martedì sera dopo che la riforma era stata già approvata la gente è scesa in strada ancora una volta, il rumore delle pentole e dei mestoli insieme ai cori e agli slogan contro la riforma hanno mandato un chiaro messaggio al governo: il popolo non si è arreso [6].

La volontà popolare non  è stata ascoltata e c’è una sensazione diffusa di ostilità e sfiducia verso la classe politica, come già successe in altri periodi della storia del paese [7]. Voltare le spalle al popolo significherà alla lunga un alto prezzo da pagare per il governo. In questi giorni dove si ricordano le giornate di resistenza e speranza del 2001, affiora il pensiero che davanti a un’oppressione collettiva non esista una salvezza individuale e la storia dei movimenti sociali, dei disoccupati, degli operai, dei giovani, delle madri e delle nonne dei desaparecidos, insegna che per quanto il terreno diventi ostile l’unione può diventare forza e mettere in difficoltà quelli che oggi sorridono.

Honduras la truffa diventa legittima, ma la popolazione non abbandona le strade

Domenica sera il Tribunale Supremo Elettorale ha deciso di ignorare le settimane di proteste e le accuse di truffa elettorale dichiarando definitivamente come vincitore delle elezioni l’attuale mandatario Juan Orlando Hernàndez, colui che si è candidato nonostante la costituzione glielo vietasse.

La decisone ha provocato immediatamente forti proteste in vari quartieri e zone di città come Tegucigalpa, San Pedro Sula, Cortés , Progreso, Colòn; strade, ponti e autostrade sono state bloccate. L’Alleanza di sinistra ha condannato la decisione del TSE che considera come una gigantesca truffa [8].

L’OEA prende una posizione ambigua che ha l’unico obiettivo di diffondere una buona immagine dell’organizzazione ma solo a parole, hanno proposto che: “si svolgessero nuove elezioni per garantire la pace e la concordia in Honduras, davanti all’impossibilità di una certezza dei risultati elettorali” Questa dichiarazione è ambigua perché anche quando ci fu il colpo di stato nel 2009 l’OEA espulse l’Honduras dall’organizzazione, ma dopo come se niente fosse successo l’ammesse con a capo il governo golpista che prima aveva condannato. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea invece appoggiano i risultati e invitano la popolazione alla calma e l’opposizione a prendere le vie legali in tribunale se hanno ancora dubbi sui risultati [9].

L’Alleanza dell’opposizione ha chiamato alla mobilitazione immediata, Salvador Nasralla ha presentato prove concrete della truffa del 26 novembre scorso e della repressione che si è scatenata contro le proteste e le mobilitazioni.

La Piattaforma dei Movimenti Sociali e Popolari di Honduras ha invitato la popolazione del paese a prendersi le strade e a contrastare la repressione, a organizzare la resistenza nei territori, a fare fronte alla narrazione mediatica del potere pubblicando video, foto e tutto il materiale necessario che denunci le violenze provocate dal governo illegittimo [10].

Dal 30 novembre il numero di morti è salito a 24 e i feriti continuano ad aumentare. La destra honduregna manda un messaggio chiaro al paese, l’Honduras appartiene a loro e chi non accetta questo verrà schiacciato. Vogliono continuare a portare avanti il loro modello di sviluppo che beneficia soltanto le élite del paese, le stesse che rappresenta Juan Orlando Hernàndez.

Da parte di Nasralla e dall’Alleanza dell’opposizione non ci saranno dialoghi con il governo illegittimo fino a quando Hernàndez non farà un passo indietro e accetterà che c’è stata una truffa elettorale. Il popolo non abbandona le strade, non intende rispettare la decisione del TSE e bloccherà il paese fino a quando la sua voce non verrà ascoltata, ci sarà pure un governo ma se questo non riesce a governare sarà come se non ci fosse e i lacrimogeni non durano in eterno.

[1] http://www.resumenlatinoamericano.org/2017/12/19/argentina-macri-y-127-diputados-contra-el-pueblo-aprobaron-la-ley-que-le-roba-el-dinero-a-los-jubilados-y-jubildas-estos-son-los-nombres-de-la-infamia/

[2] https://www.pagina12.com.ar/83975-para-maquillar-el-ajuste

[3] https://www.pagina12.com.ar/83676-la-masiva-marcha-que-fue-invisibilizada

[4] https://www.pagina12.com.ar/83897-las-heridas-que-dejo-la-represion

[5] https://www.pagina12.com.ar/83594-los-viejos-no-se-tocan

[6] https://www.pagina12.com.ar/83890-el-ruido-del-descontento-popular

[7] http://www.marcha.org.ar/narraciones/

[8] http://www.rel-uita.org/honduras/explota-crisis-honduras/

[9] https://lamericalatina.net/2017/12/20/honduras-brogli-golpes-e-la-nostra-ambiguita-utile-riobravo-blog-espressonline/

[10] https://www.facebook.com/notes/plataforma-del-movimiento-social-y-popular-de-honduras/comunicado-ante-la-declaratoria-de-gane-de-juan-orlando-hernandez/515752068796853/

21 dicembre 2017

Cronache Latinoamericane

L’accelerazione delle destre, la dignità della rivolta” pubblicato il 21-12-2017 Cronache Latinoamericanesu [https://cronachelatinoamericane.wordpress.com/2017/12/21/laccelerazione-delle-destre-la-dignita-della-rivolta/] ultimo accesso 02-02-2018.

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