Il Brasile, dopo la sentenza nel processo a Lula


Una valutazione della situazione politica di Joao Pedro Stedile del MST, intervistato da Lennart Kjörling.

Come è la situazione politica dopo la sentenza del processo a Lula, quale le strategie?

Il Brasile sta vivendo una congiuntura molto speciale. Dopo il golpe realizzato dalla borghesia con la destituzione di Dilma, con l’approssimarsi della scadenza elettorale, le elezioni diventeranno l’elemento centrale della lotta di classe in Brasile. Le classi sociali si stanno schierando per presentare ciascuna il proprio candidato.

La borghesia tuttavia non è riuscita a unificarsi intorno a un candidato unico. Probabilmente alle elezioni ne presenteranno 2 o 3. Anche la classe media è nelle stesse condizioni, mentre, dall’altro lato, senza che ci siano state convenzioni di partiti o articolazioni tra i partiti di sinistra, la classe lavoratrice e il popolo più povero hanno già scelto Lula come loro candidato principale e la simbologia del cambiamento.

La borghesia è diventata isterica per la possibilità di un ritorno di Lula perché tutti i sondaggi danno la vittoria di Lula forse addirittura nel primo turno.

Di fronte a questo scenario e ad una intensa lotta di classe, la borghesia sta usando i meccanismi del potere giudiziario per tentare di rendere impraticabile la candidatura di Lula e di metterlo in cattiva luce di fronte alla società.

Tuttavia quest’offensiva della borghesia ha le sue contraddizioni. Anche dal punto di vista del prestigio personale ci sono stati sondaggi che hanno rilevato come, dopo la condanna a Porto Alegre, l’appoggio elettorale a Lula sia aumentato.

Quindi noi pensiamo che il prossimo passo della borghesia sarà cercare di arrestare Lula. Ma anche in questo caso ci sarebbe una contraddizione molto grande. Arrestare Lula significherebbe, in questo momento, arrestare l’intera classe lavoratrice, significherebbe trasformare Lula in una vittima, come successe con Nelson Mandela. E questo può accrescere ancora il suo prestigio.

Dall’altro lato, dal punto di vista legale, il processo criminale (a cui Lula sta rispondendo per fatti – non veritieri – relativi alla corruzione, che la borghesia non è riuscita a provare), è separato dal processo elettorale.

Quindi il Partito dei Lavoratori, come è stato annunciato ieri in una plenaria con i movimenti popolari e con la direzione del partito, ha preso la decisione di lanciarlo come candidato e registrerà la candidatura il giorno 15 di agosto. E’ quindi sicuro che la foto di Lula e il suo nome saranno presenti nelle schede elettorali. E poi sarà il Tribunale Superiore Elettorale che dovrà giudicare se i voti di Lula potranno essere considerati validi o no. E si tratta di una decisione politica, non è una decisione tecnica. E cosa determinerà la decisione del TSE, dopo le elezioni, sul fatto che i voti a Lula siano validi o no? La cosa che determinerà la decisione sarà: quanti voti avrà raccolto Lula, perché, se Lula vincesse le elezioni con una maggioranza ampia, non c’è tribunale di questo paese che avrebbe il coraggio e la forza politica di annullare tutti questi voti del popolo. Dall’altro lato, se Lula ottenesse pochi voti e non riuscisse neanche a passare al secondo turno, lì evidentemente la sua candidatura sarebbe cancellata e probabilmente la borghesia furiosa lo metterebbe in prigione.

Quindi questi sono i termini della lotta di classe oggi in Brasile e alla base di tutto questo c’è che noi stiamo vivendo una grave crisi economica, sociale e politica che non si risolverà certo con le elezioni di ottobre, ma se la classe lavoratrice riuscisse a candidare Lula e lui vincesse le elezioni, noi avremmo almeno come classe lavoratrice, come forze popolari organizzate, l’iniziativa politica per tentare di fare i cambiamenti di cui il Brasile ha bisogno.

Amig@s MST – Italia

Brasile, dopo la sentenza nel processo a Lula, una valutazione della situazione politica di Joao Pedro Stedile del MST” pubblicato Amig@s MST – Italiasu [http://www.comitatomst.it/node/1199] ultimo accesso 31-01-2018.

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