I combustibili verdi di Obama


Il presidente degli Stati Uniti ha designato come ministro dell’Agricoltura e ministro dell’Energia due militanti della biotecnologia, promotori di agrocombustibili ogni volta più pericolosi. Un articolo dell’anno scorso di Silvia Ribeiro


Silvia Ribeiro
Tomado de MDZol
5 marzo 2009

Durante la sua campagna presidenziale Barack Obama s’è fatto promotore degli agrocombustibili all’interno della sua “nuova economia verde”. Pare ovvio che non abbia considerato la crescente quantità di studi che mostrano come gli agrocombustibili abbiano una efficienza energetica negativa: usano più combustibili fossili di quelli che dovrebbero soppiantare, aggravando i fattori del cambiamento climatico. Sono concorrenti alla produzione alimentare cui sottraggono coltivazioni, terre, acqua e concimi. Per raggiungere le percentuali programmate di “biocombustibili” sul totale delle fonti energetiche non basta la produzione statunitense, quindi si punta senza troppi scrupoli su quella dei paesi del Sud, dove tutti i problemi evidenziati si approfondiscono ulteriormente. Attualmente il paese nordamericano dedica un terzo della sua produzione di mais all’etanolo. La nomina di Tom Vilsack a ministro dell’Agricoltura e di Steven Chu a ministro dell’Energia rivelano che la politica dell’Amministrazione Obama non si limiterà a mantenere quest’industria sciagurata, alla quale ha garantito nuovi sussidi (delle quali beneficeranno solamente le transnazionali del settore), ma a promuovere aggressivamente lo sviluppo di nuove e più rischiose generazioni di agrocombustibili, basate su nuove coltivazioni transgeniche e biologia sintetica.

Tom Vilsack, ex governatore dell’Iowa, venne nominato nel 2001 “governatore dell’anno” dall’Organizzazione dell’Industria Biotecnologica (BIO, che raggruppa 1200 imprese biotecnologiche a livello globale, comprese Monsanto e le altre che detengono il monopolio dei semi transgenici) “per il suo appoggio alla crescita di quest’industria”. In precedenza aveva fondato un associazione (Governors’ Biotechnology Partnership) per promuovere i transgenici assieme agli altri governatori. Nel 2002 difese fieramente l’uso del mais per produrre farmaci, e riuscì a criticare la stessa industria per aver annunciato una riduzione volontaria delle coltivazioni, obbligata dalle critiche pubbliche e dagli scandali sulla contaminazione di coltivazioni non-transgeniche con questo mais non commestibile. Con lo stesso entusiasmo ha difeso la clonazione di vacche da latte. L’appoggio non fù solo a parole. Durante il suo mandato Trans Ova Genetics, impegnata alla clonazione di vacche da latte, ricevette 9 milioni di dollari di sussidi, e ProdiGene, l’impresa multata nel 2002 per contaminazione di mais farmaceutico, ricevette sei milioni; entrambi dalle casse dello Stato. Nel 2005 fù l’autore intellettuale di una legge che riduce il diritto dei governi locali a regolamentare l’uso del transgenica. Non sorprende che sia anche un entusiasta difensore degli agrocombustibili transgenici derivati dal mais e dalla soia. Gli mancava solo un elemento realmente “innovatore”, che lo fornirà il nuovo ministro dell’Energia: Steven Chu.

Chu è un fisico Premio Nobel. Viene dal Laboratorio Nazionale Lawrence Berkeley, dove dirige un progetto d’energia la cui meta è “innovare i campi della nanotecnologia e della biologia sintetica”. I suoi principali collaboratori sono imprenditori della biologia sintetica. Jay Keasling, fondatore della Amyris Biotech, è condirettore del progetto. Durante una recente presentazione davanti il Comitato per l’Energia e le Risorse Naturali del Senato degli Stati Uniti (Science News, 13/1/09), Chu s’è dichiarato disposto a sviluppare l’industria nucleare e a seguire ad utilizzare il carbone su grande scala. Ossia continuare a produrre gas serra ma promuovendo il redditizio commercio (inutile alla prevenzione del cambiamento climatico) di emissioni di carbonio. Ma ciò in cui si mostrò veramente appassionato fu nello sviluppo di una “quarta generazione di biocombustibili” a partire dalla biologia sintetica, progetto al quale ha lavorato negli ultimi due anni. Si tratta, ha spiegato, di microrganismi “allenati” (leggasi manipolati con biologia sintetica quindi molto peggio che solamente transgenici) per trasformare qualsiasi tipo di zucchero, non solo in etanolo, ma anche in “sostituti simili a benzina, diesel e combustibili per jet”. Assicurò che si sarebbe potuta usare qualsiasi materia prima, come residui del mais o altre coltivazioni, ma più interessanti sarebbero coltivazioni per foraggio e per produrre etanolo cellulosico (che necessità di biologia sintetica e transgenici per essere processato).

L’unica cosa veramente verde in queste nuove generazioni di combustibili sarà il denaro che già stanno vedendo le grandi industrie dei transgenici, agrocommercianti, petrolieri e case farmaceutiche, che sono gli investitori e i soci delle compagnie di biologia sintetica. Trattandosi di transnazionali non è un problema solo statunitense: questo è lo stimolo che cercavano per espandere queste nuove tecnologie contaminanti al resto del mondo. In Messico la pressione per seminare nuovi mais transgenici e destinati alla produzione farmaceutica crescerà “ufficialmente”. L’impresa di Keasling, Amyris, già detiene contratti in Brasile con grandi produttori di canna da zucchero. Ciò che a noi rimarrà sarà l’aumento della competizione per terre e acqua, i rifiuti e le contaminazioni transgeniche e i nuovi risci dei microrganismi sintetici.

Articolo tradotto dal Comitato Carlos Fonseca da
Silvia Ribeiro, Los combustibles “verdes” de Obama, pubblicato il 05-03-2009 su [http://www.rel-uita.org/agricultura/agrocombustibles/combustibles_verdes_obama.htm-], ultimo accesso 19-09-2010.

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