Padre Javier Giraldo: Se non si mette fine al paramilitarismo “credo che si ripeterà il caso dell’Unione Patriottica”


Intervista con Padre Javier Giraldo, Sacerdote Gesuita, difensore dei Diritti Umani e membro della Commissione Storica del Conflitto e delle sue Vittime.

Contagioradio.com: Lei è d’accordo che in Colombia debba essere istituita una specifica commissione per un chiarimento sul tema del paramilitarismo?

Javier Giraldo: Sì, questo è super urgente perché ciò che ha voluto questo negoziato tra il governo e le FARC, come lo si può dedurre da tutti i discorsi dello stesso governo, è che le FARC possano passare ad una attività legale, ad una attività politica legale, ma se questo avviene in una situazione in cui il paramilitarismo ha una forza così grande, credo che si ripeterà il caso dell’Unione Patriottica. Come dire, se si crea una nuova forza politica nella quale possano agire o partecipare gli smobilitati delle FARC, credo che si ripeterà il genocidio.

C: Nelle attuali condizioni, con la sussistenza del paramilitarismo …

J.G: Esatto, perché il paramilitarismo è molto attivo, molto forte, e ciò che avvenne nell’anno 86 fu questo, il paramilitarismo era molto forte e quando fu creata l’Unione Patriottica, che era un’alternativa politica, allora, avvenne il genocidio. Allora io lo temo, e non è un timore infondato e immaginato; già sono più di 80 quelli dell’Unione Patriottica che sono stati assassinati. Allora, questo dimostra che hanno già messo in moto questa sistema. Non è qualcosa che uno si immagina, questo sta già avvenendo.

Vedo allora molto difficile che in queste condizioni si giunga realmente ad un accordo di pace; primo, credo che ci debba essere una commissione di indagine sul paramilitarismo, questo non si fa dalla notte al mattino, indagare il fenomeno e deve essere una indagine molto concreta; individuare dove stanno agendo, come stanno agendo, individuare quali siano i fattori che stanno permettendo il loro modo di agire.

Allora, se dopo questa indagine c’è realmente volontà di agire sui fattori che stanno permettendo lo sviluppo del paramilitarismo, questa è un’altra cosa che comporta tempo, questo non è facile. Questi fattori sono molto collegati con politiche di lungo corso del governo e degli ultimi governi. Allora tutto questo comporta molto tempo e non si è cominciato a fare questo.

C: Lei vede tra i membri del gruppo di pace del governo, o nello stesso governo qualche disposizione ad iniziare a lavorare in questo senso?

J.G: Disgraziatamente è ciò che uno non vede, perché, per esempio, attraverso il lavoro della Commissione storica del conflitto, e anche nel nostro lavoro, abbiamo chiesto che fossero aperti certi archivi, che fossero consegnati certi documenti e non è stato possibile. Allora questa disposizione del governo di permettere che si indaghi un fenomeno come questo, richiede l’apertura di molti archivi e di molte procedure e di molte informazioni che sono considerate riservate, e fino al momento non si vede la volontà del governo di fare questo.

C: Che pensa di quanto fatto finora con il rapporto della CHCV (Commissione Storica del Conflitto e delle sue Vittime)?

J.G: Sì, al tavolo di negoziato il governo aveva raggiunto un accordo per pubblicare immediatamente questo lavoro e diffonderlo ampiamente. Sono già passati molti mesi e non è stato fatto, sembra che non ci sia volontà di farlo. In vari comunicati delle FARC e del tavolo di negoziato, loro stessi si sono lamentati che il governo sembra voler seppellire questo rapporto, stanno chiedendo in modo persistente che questo impegno sia messo in atto.

Ultimamente c’è stata una polemica nazionale sull’importanza o l’influenza di questo rapporto. Alcuni dicono che questo non sia servito a nulla perché non ha segnalato precise persone, e in questo senso non ci sono state forti reazioni, praticamente è stato messo sotto silenzio; io credo che non si trattava di segnalare delle persone concrete con i propri nomi. Le tre domande che hanno fatto a noi ricercatori erano, primo: segnala quale è l’origine del conflitto, secondo: quali sono i fattori che hanno contribuito alla persistenza del conflitto, e terzo: quale crede che sia l’impatto che ha avuto il conflitto sulla società; credo che nonostante ci fossero posizioni molto contraddittorie, nonostante ciò tutti abbiamo cercato di rispondere a queste tre domande, si trattava di individuare l’origine del conflitto e la sua persistenza. Credo che ci sia un 70% di persone che si sono dedicate ad analizzare a fondo, a leggere a fondo questi lavori e a sistematizzarli, e mi hanno detto, che il 70% delle opinioni coincidono su questo, sul fatto che l’origine del conflitto stia in certe strutture terribilmente ingiuste di questa società, e che una minoranza pensa che non ci siano fattori obiettivi ma che c’è stato un gruppo di persone un po’ senza giudizio che lo ha fatto per dichiarare guerra allo stato, senza nessun fondamento, questa è l’origine del conflitto. Ma noi, l’immensa maggioranza del gruppo, pensiamo, con elementi di giudizio molto fondati su studi, su analisi economiche, sociali, che l’origine del conflitto bisogna cercarla in strutture ingiuste che hanno dato origine a questo conflitto.

C: E per ultimo, padre Javier, che fare di tutto questo che non si fa, che non si è fatto, che sembra che non ci sia volontà, ma è necessario? Come deve essere fatto, da parte di coloro che ci credono, come lavorare, come incominciare a camminare in questo senso?

J.G: Bene, c’è qualcosa che mi ha preoccupato, ed è che in tutto questo negoziato il governo ha rifiutato moltissime proposte interessanti e molto bene fondate che hanno fatto le FARC per dare una soluzione ad alcuni di questi temi che sono nell’agenda e lo slogan del governo è sempre stato: “il modello non si può toccare”, il modello economico, politico, non si può toccare, e per questo loro hanno rifiutato molte proposte che uno vede ben fondate e urgenti, ma il governo dice sempre: “non stiamo discutendo il modello economico e politico”. Allora lì vedo un ostacolo abbastanza grande affinché il processo di pace dia realmente dei frutti, nel senso che incidano su fattori molto importanti della violenza.

Allora mi sono anche domandato che fare, e vedo che se ai tavoli di negoziato non si permette di toccare il modello e siamo molto convinti che il modello sia la causa più importante della violenza, se questo non si tocca, allora la violenza non cambierà.

Allora mi sembra che è il momento in cui i movimenti sociali, che possono sì toccare il modello, si uniscano intorno ad alcuni punti fondamentali per incidere sulle cause della violenza, e che facciano un blocco comune per aprire un altro spazio di negoziato, che è la società civile e soprattutto i movimenti sociali.

11.05.2015

Contagioradio.com

tratto da Resumen Latinoamericano

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
“Sacerdote Jesuita, defensor de Derechos Humanos Padre Javier Giraldo: Si no se acaba con el paramilitarismo yo creo que se va a repetir el caso de la Union Patrioticapubblicato il 11-05-2015 in Resumen Latinoamericano, su [http://www.resumenlatinoamericano.org/2015/05/11/sacerdote-jesuita-defensor-de-derechos-humanos-padre-javier-giraldo-si-no-se-acaba-con-el-paramilitarismo-yo-creo-que-se-va-a-repetir-el-caso-de-la-union-patriotica/] ultimo accesso 14-05-2015.

 

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